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Comiso si unisce in preghiera per la pace in Ucraina: il dolore di una comunità lontana dalla propria terra
23 Feb 2025 09:29
Tre anni fa, il 24 febbraio 2022, la storia dell’Europa cambiava drammaticamente. Le truppe russe varcavano il confine ucraino, dando inizio a un conflitto devastante che ancora oggi semina distruzione e sofferenza. In questa ricorrenza così carica di dolore e significato, la comunità ucraina di Comiso si è riunita per una veglia di preghiera, un momento di raccoglimento e speranza per invocare la fine della guerra e il ritorno della pace.La celebrazione si è svolta nella Chiesa dei Santi Apostoli, guidata da don Roman Shimon, sacerdote ucraino che assiste diverse comunità ucraine in Sicilia. Alla veglia hanno partecipato circa 50 persone, giunte non solo da Comiso, ma anche da città vicine come Ragusa, Vittoria e Modica. Ad accoglierle, con spirito di solidarietà e fratellanza, c’erano il parroco don Gino Alessi, altri sacerdoti e numerosi fedeli italiani.
Un dolore che non conosce confini
Oggi in Italia risiedono circa 70.000 cittadini ucraini, molti dei quali vivono nel Sud e in Sicilia. La maggior parte di loro appartiene alla Chiesa cattolica di rito bizantino, che in Italia conta 146 comunità seguite da 60 sacerdoti. Per tanti, la guerra ha rappresentato un’ulteriore frattura con la propria terra, un dolore che si somma alla lontananza dai propri affetti.“Prima era la pandemia a impedirci di tornare a casa, poi è arrivata la guerra. Sono sei anni che non vedo la mia famiglia”, racconta con voce spezzata una donna presente alla veglia. Un’assenza che pesa come un macigno, un destino comune a molti ucraini che vivono con il cuore diviso tra la nuova vita in Italia e il desiderio di riabbracciare i propri cari.
Una speranza di pace che non si spegne
La veglia si è conclusa con una foto di gruppo sulle scalinate della chiesa, tutti uniti sotto un’unica bandiera: la bandiera gialloblu dell’Ucraina, simbolo di un popolo che non smette di sperare, che resiste, che sogna di tornare a vivere senza paura.“Vogliamo credere che un giorno questa bandiera possa tornare a sventolare alta, libera e fiera, nella nostra terra, senza il rumore delle bombe ma con il suono della pace”, ha detto uno dei partecipanti.A Comiso, l’Ucraina era più vicina. E la speranza, almeno per un momento, ha illuminato il buio della guerra.
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