Commiato fuori sede e fuori luogo in Prefettura con 4.000 euro pubblici: è quello della Commissaria della provincia

Una cerimonia istituzionale di fine mandato… ma con i conti dei cittadini. La protagonista è la commissaria straordinaria del Libero Consorzio Comunale di Ragusa, Patrizia Valenti, che – alla vigilia delle imminenti elezioni per il ritorno degli organi elettivi nelle ex Province – ha deciso di congedarsi con una cerimonia ufficiale. Fin qui, nulla di strano. Il problema? La sede scelta e le modalità con cui viene predisposta questa sorta di “passerella finale”.

Secondo quanto emerge dalla Determinazione del Direttore Generale n. 132 del 2025, è stato disposto un impegno di spesa di 4.000 euro per organizzare un evento definito “istituzionale”, finalizzato al “saluto di fine mandato” rivolto alle autorità locali e ai sindaci della provincia. Ma l’elemento che più fa discutere è che tale cerimonia non si svolgerà nella sede naturale del Libero Consorzio, ma nei locali della Prefettura di Ragusa, un altro ente, autonomo e distinto, che nulla ha a che fare con l’amministrazione provinciale. In altri termini: una cerimonia finanziata con soldi del Libero Consorzio, ma ospitata da un altro ente pubblico, in spazi che non competono direttamente all’ente che “promuove” l’evento. A che titolo? Con quali criteri? Per quale necessità? L’atto giustifica la spesa per l’organizzazione dell’evento, il catering, gli stampati e la “rinfrescata” finale, con formule burocratiche che celano un saluto personale dietro un saluto istituzionale, e il conto lo pagano i cittadini. Quando gli enti pubblici si comportano come aziende private, scivolano nel culto della persona,  ci verrebbe da affermare.

A rendere  il tutto ancora più stridente , c’è il contesto: il 27 aprile 2025 si voterà finalmente per l’elezione dei presidenti e dei consiglieri dei Liberi Consorzi siciliani, una data attesa da anni per ristabilire la normalità democratica dopo la lunga parentesi commissariale. Ma proprio mentre si aprono le urne, chi ha gestito  l’ente in attesa  del ritorno alla democrazia decide di autocelebrarsi con fondi pubblici che ovviamente neanche coinvolgono la cittadinanza, ma si svolgono nelle stanze del potere ed in questo caso in quelle che ospitano la rappresentanza ufficiale del Governo nazionale in provincia, vale a dire la prefettura di Ragusa. Chissà cosa ne penserebbero la Meloni o il Ministro dell’Interno di tutto ciò. L’episodio suscita non poche perplessità. Si trovano 4.000 euro per un evento che ha tutte le sembianze di una festa d’addio. Un commiato fuori luogo e  fuori sede. Una passerella che rischia di diventare uno scivolone etico. E, in tempi in cui la fiducia dei cittadini verso le istituzioni è ai minimi storici, non è certo il modo migliore per dire addio.

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