COMMISSARIARE L’ EMAIA E’ UN ATTO DOVUTO

 Bisogna porre fine all’agonia dell’Emaia, alla sua condizione di stravolgimento e di  abbandono alla quale è stata sottoposta da un gruppo di amministratori non brillanti e di Direttori non all’altezza del compito.

La situazione degrada ogni giorno di più e fa specie leggere una relazione dei Revisori dei Conti  di Emaia pervenuta il 1 Dicembre , che non fa stranamente riferimento alcuno al traumatico e illegittimo ritiro dal Consiglio comunale, in fase di voto, del Bilancio consuntivo del 2013. A norma di Regolamento il Bilancio consuntivo  va approvato entro termini di legge precisi: sottrarre il Bilancio consuntivo al voto del Consiglio, in fase di dibattito e di voto, non solo costituisce un atto di resa senza condizioni di una Maggioranza amministrativa allo sbando, ma mette in discussione la prerogativa e il dovere dei Consiglieri comunali di votare l’Atto, pena la sua automatica validità ottenuta per decorrenza di termini. 

I Revisori, nominati dal Sindaco, avrebbero dovuto cogliere i dati di questa situazione sotto il profilo anche di un riferimento necessario al Conto Preventivo del 2015 di cui hanno riferito nella  Relazione di cui sto scrivendo.

Invece sorvolano con grande nonchalance.

Anzi fanno di più, per la verità, e si assumono con ciò una responsabilità surrogatoria rispetto alla politica, latitante, assente e irresponsabile. I Revisori dovrebbero ben cogliere i dati di un mutamento strutturale di Emaia, che, semplicemente, non esiste più. Esistono le strutture, esiste la faraonica Sala convegni, tutta da pagare, con quali soldi non si sa,  eseguita senza copertura finanziaria certa, come la legge prescrive. Ma l’Emaia non c’è più. E loro continuano a ignorarlo.

E inseguono invece ipotesi di accanimento terapeutico, già inscenate dagli amministratori, che scambiano lucciole per lanterne e confondono le fiere tradizionali tipo mercatino con la struttura di Emaia. Avete visto infatti una Esposizione Macchine Agricole Industria e Artigianato ? Non avviene da molti anni ormai. E gli scossoni subiti dall’ultima edizione con gli operatori inferociti che brandivano proteste e chiudevano i padiglioni, non sono segnali di un crollo clamoroso ?

Niente. Per i Revisori queste cose non sono niente.

Si spendono soldi per pagare stipendi per consulenze e contratti vari. Non si fanno mancare niente, all’Emaia. In quattro anni avrebbero potuto risparmiare un milione di euro, cancellando questi sprechi che prevedono decine di migliaiai di euro l’anno per pubblicità e promozioni… anche al Beach Soccer dei I Soci di cui il Direttore, Dott. Sbezzo è anche Presidente. Cose dette, scritte centinaia di volte. Ma questi fanno spallucce e… tirano ! Risultato? La Emaia è finita.

Non posso alla fine non citare quello che leggo in questa relazione dei Revisori, sicuramente concordata con gli amministratori e il proprietario dell’Emaia che è il Comune.

Cito testualmente : ” in ultimo al fine del miglioramento degli equilibri economici e finanziari aziendali è senz’altro auspicabile una forte riduzione della spesa del personale nel suo complesso, che da sola, secondo l’ultimo dato di bilancio 2013, raggiunge il 60% dei ricavi conseguiti, realizzabile attraverso l’utilizzo di ammortizzatori sociali, procedure di mobilita’ o di diversa natura, per il personale dipendente in temporaneo esubero rispetto alle attuali esigenze aziendali….”

Incredibile. Gli amministratori hanno distrutto  l’Emaia e ora vogliono farla pagare ai dipendenti, che sono stati assunti a tempo indeterminato in una struttura pubblica, ancorchè  Azienda speciale sulla carta. Così hanno fatto con gli operai dell’Amiu dopo i bagni delle assunzioni elettorali. Ora vogliono fare lo stesso. Questo giuoco non passerà. Licenziate sti liquidatori che  vengono pagati, sciogliete il Consiglio di Amministrazione inutile e dannoso che sussiste, cancellate i contratti clientelari fatti per 250 mila euro l’anno. Si Commissari l’Azienda, si nomini un Dirigente del Comune, si porti in Consiglio una proposta di ristrutturazione generale. Ma uccidere l’Emaia crai-crai, no, non lo consentiamo. E soprattutto rispettate gli operai e i dipendenti, che sono in otto, mi pare, gli unici che possano aiutare il Comune e chi verrà dopo questa passata, di riprendere come dipendenti comunali,   umilmente e coscienziosamente, un nuovo cammino per la grande, gloriosa Emaia della Città di Vittoria.