Comprensorio di Chiaramonte Gulfi, soppressa la ex condotta agraria

Chiude l’ufficio intercomunale agricoltura del comprensorio di Chiaramonte Gulfi, meglio conosciuto come la ex Condotta Agraria. L’ufficio, che si trova in viale Europa, comprende i comuni di Chiaramonte, Monterosso e Giarratana e serve circa 700 aziende. Il provvedimento, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, è in vigore da ieri, 1 agosto. In provincia di Ragusa le ex Condotte Agrarie sono state fino a qualche anno fa cinque (Chiaramonte G. – Vittoria – Ispica – Scicli – Modica). Successivamente la Condotta Agraria di Modica è stata soppressa per volontà del governo della Regione Siciliana e le competenze sono state date alla Condotta Agraria di Scicli. Nonostante ciò la struttura logistica e il personale, non dirigenziale, è rimasto a Modica fornendo il servizio all’utenza con una funzione di “Sportello Verde”. Ed è quello che si augurano anche coloro che si trovano a Chiaramonte: poter restare, almeno, per offrire servizi di disbrigo pratiche ai tanti imprenditori agricoli che necessitano di questo servizio. L’ex condotta agraria di Chiaramonte, infatti, serve un territorio molto esteso e aziende i cui proprietari per lo più abitano in campagna, pertanto l’accorpamento con altri Uffici (Ragusa o Vittoria) determinerebbe la necessità di percorrere notevoli distanze da parte degli utenti.
Nei territori serviti dall’ex condotta agraria del comprensorio di Chiaramonte sono densamente praticate colture (oliveti di pregio, vigneti, frutteti, piante aromatiche, ortive, allevamenti) che sono fonte di reddito primaria per l’economia locale e danno sbocco occupazionale. La malaugurata soppressione del suddetto presidio determinerebbe un grave disservizio per le aziende agricole con notevole aggravio di costi. La presenza nel territorio della struttura è pluriennale e nel tempo si è rivelata molto utile ed apprezzata dagli utenti che già manifestano notevole preoccupazione all’ipotesi ventilata di soppressione.
L’ufficio di Chiaramonte, al momento, è aperto ma non essendoci un protocollo d’entrata è sostanzialmente inerte. Gli impiegati si augurano possa diventare, come si diceva, uno “sportello verde”, proprio com’è accaduto a Modica, avente funzione di disbrigo pratiche. Per fare ciò, però, sarebbe necessario che il Comune fornisse un locale dove esercitare tale attività.

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