Comune di Modica, debiti per 96 milioni. Corte dei Conti: “Ripianate tempestivamente”

Da sindaco, Ignazio Abbate non è riuscito a far diminuire i debiti – ereditati dai predecessori – del Comune di Modica, cresciuti anche quando è intervenuta la commissaria straordinaria Domenica Ficano, insediata dopo le dimissioni di Abbate, nel frattempo eletto all’Assemblea regionale siciliana. Risultato? Alle fine del 2022 i debiti accertati hanno sfiorato i 100 milioni di euro, con buona pace dell’attuale sindaco Maria Monisteri, che al suo insediamento, a inizio giugno 2023, assicurava che il comune “non stava così bene dal punto di vista finanziario da decenni.”

Le cifre sono contenute nell’ultima relazione sulla verifica periodica del Piano di riequilibrio del Comune, relativa a tutto il 2022, firmata dal magistrato istruttore della Sezione Controllo della Corte dei Conti siciliana, Massimo Giuseppe D’Urso. Quarantotto pagine per spiegare che la situazione finanziaria si è fatta sempre più grave.

“In primo luogo – è scritto nelle conclusioni  – si riscontra il rilevante e crescente ammontare dei debiti di fuori bilancio non ricompresi nelle passività del piano e non assistiti da accordi di ripiano con i creditori, le cui coperture finanziarie non sono state prontamente reperite. Per quanto riguardo il ripiano delle passività del piano, connesse al recupero del disavanzo di amministrazione – continua la relazione – si registra il reiterato mancato raggiungimento dell’obiettivo di risanamento previsto dal piano, connesso alla componente risalente al riaccertamento straordinario (mentre per la componente risalente al 2012 non si registrano miglioramenti,) a seguito del tendenziale peggioramento del complessivo peggioramento disavanzo della parte disponibile del risultato di amministrazione, le cui quote di ripiano annuali applicate in bilancio sono inferiori a quelle derivanti dalla corretta applicazione dei principi contabili.”

Per il magistrato contabile, il piano di risanamento è solo un’intenzione e non sta dando i risultati sperati, anzi. “Non sono state rispettate le previsioni di maggiori accertamenti e contenimento delle spese programmate con la procedura di riequilibrio”, mentre nei flussi di cassa “si riscontra un profondo divario rispetto all’obiettivo di potenziamento della riscossione delle entrate correnti.”

Così, alla fine del 2022, il cui rendiconto è stato approvato dal Consiglio comunale soltanto pochi mesi fa, e “con le informazioni acquisite a tutto il 2023, le passività da ripianare tempestivamente non ulteriormente dilazionabili sono di 96.053.631, 63 euro.” Nel dettaglio: oltre 76 milioni e mezzo per il recupero del disavanzo accertato, circa 15 milioni e 700 mila euro da sottostima del Fcde (Fondo crediti dubbia esigilità) e 3,6 milioni di debiti fuori bilancio non accantonati. L’ente non ha ancora approvato i bilanci di previsione né i rendiconti dopo il 2022.

“Alla luce di quanto accertato, si ritiene opportuno attivare il contraddittorio con l’ente”, conclude secco il magistrato.

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