Comuni svuotati, dipendenti ridotti, polizia locale dimezzata: la Sicilia rischia il blackout amministrativo

Continua a diminuire il numero di dipendenti comunali a tempo indeterminato in Sicilia e le proiezioni future non promettono nulla di buono. Il comparto della pubblica amministrazione è, allo stato dei fatti, il meno attrattivo. E in particolare, il settore della polizia locale risulta quello più depauperato. Un vero e proprio grido d’allarme quello lanciato da Anci Sicilia, sulla base dell’elaborazione condotta da Ifel, l’Istituto per la Finanza e l’Economia Locale dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, su dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze. La situazione del personale negli enti locali dell’Isola appare critica, con una drastica riduzione delle risorse umane a disposizione dei Comuni, e prospettive tutt’altro che rassicuranti.

Un’emorragia inarrestabile di personale

Nel dettaglio, tra il 2010 e il 2023 il numero di dipendenti comunali a tempo indeterminato in Sicilia è passato da 57.697 a 36.828 unità, con una perdita pari al 36,2%, ben al di sopra della media nazionale, che nello stesso periodo ha registrato una flessione del 25,7%. Solo nel 2023, le cessazioni sono state 1.978, di cui ben 1.411 per pensionamento.

Il dato più preoccupante riguarda però le proiezioni future: secondo Ifel, nei prossimi sette anni oltre 15.500 lavoratori lasceranno gli enti locali siciliani, tra pensionamenti (11.800) e altre forme di cessazione (3.700), con un impatto stimato di ulteriore riduzione del 42% del personale attuale.

Un sistema al collasso

Una situazione drammatica per tutto il Paese, ma in Sicilia assume tratti ancora più gravi”, spiegano il presidente Paolo Amenta e il segretario generale Mario Emanuele Alvano di Anci Sicilia. Oltre alla riduzione numerica, pesa anche la fragilità contrattuale: dei circa 36.000 dipendenti attualmente in servizio, più di 12.000 sono stati stabilizzati con orari ridotti e si attendono ancora sviluppi per circa 3.000 lavoratori Asu.

Il problema, sottolineano i vertici dell’associazione, non è solo quantitativo ma qualitativo: mancano le professionalità e le competenze chiave, soprattutto negli uffici finanziari e tributari, aggravando la crisi finanziaria di molti comuni. Un circolo vizioso che blocca anche le possibilità di nuove assunzioni.

Assunzioni difficili, comparto non attrattivo

Anche quando si riesce ad assumere, i Comuni si scontrano con la scarsa attrattività del settore: le graduatorie sono depauperate e molti neoassunti abbandonano in pochi mesi per approdare ad incarichi più vantaggiosi in altri comparti della pubblica amministrazione. “Il comparto degli enti locali è oggi il meno attrattivo della PA – denunciano Amenta e Alvano – e mancano risposte normative adeguate a fronteggiare la fuga di personale”.

Particolarmente grave la situazione della Polizia Locale, che rappresenta meno del 50% del personale previsto negli organici e presenta una età media vicina ai 60 anni, ben lontana dagli standard operativi ottimali.

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