Conclusa la due giorni “Comunicare Valore” organizzata da Banco Alimentare della Sicilia a Catania

“Comunicare Valore”, l’incontro promosso da Banco Alimentare della Sicilia ODV lo scorso 29 maggio e accreditato dall’Ordine dei Giornalisti e dal Festival dello Sviluppo Sostenibile, è nato dalla convinzione che bisogna ridisegnare una scrittura civile che sappia unire informazione, reti e azioni con lo scopo concreto di creare servizio. Senza discriminare e riconnettendo il mondo del giornalismo con quello della comunicazione. Il risultato è stato interessante non solo per gli spunti di riflessione offerti dagli ospiti – Antonello Piraneo, direttore responsabile del quotidiano La Sicilia; Giuseppe Di Fazio, giornalista e docente presso l’Università di Catania; Rosa Maria Di Natale, giornalista e fondatrice di Civilia_Italia; Elisa Furnari, presidente della Fondazione Èbbene; Melania Tanteri, giornalista e conduttrice radiofonica; Giampaolo Cerri, caporedattore di Vita, moderati da Giuliana Malaguti, resp. naz. Comunicazione di Fondazione Banco Alimentare – ma anche perché le sollecitazioni, e forse anche le provocazioni offerte durante il dibattito, hanno spinto tutti, anche chi era presente solo per ascoltare, a esprimere la propria idea in modo naturale, diretto ed efficace come solo carta e penna possono conferire.

I numeri del terzo settore

Il Terzo Settore è stato protagonista indiscusso della giornata che è andata oltre le parole facendo toccare con mano l’operatività del Banco Alimentare, attraverso una visita delle aree nevralgiche del magazzino. E che ha spinto tutti a riflettere sul ruolo di un settore che, contribuendo con il 5% del PIL nazionale, rappresenta la quarta economia del sistema economico italiano con 80 miliardi di euro prodotti nel 2023; 114.412 enti iscritti, al 15 settembre 2023, nel RUNTS il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore e gli oltre 870.000 lavoratori impegnati. “Numeri che rappresentano una fonte di ricchezza per tutto l’asset nazionale – ha sottolineato Elisa Furnari – che dovrebbero affrancarlo dalla condizione psicologica di vedersi piccolo, brutto e sporco”. Anche perché una recente ricerca di Intesa San Paolo, pubblicata su Vita.it, rivela che ogni euro investito nel non profit ne genera il doppio in benefici sociali. Numeri a parte, l’aspetto determinante è la capacità del non profit di accompagnare le fragilità, sostituendosi quindi in buonissima parte allo Stato, e di riuscire a farlo senza un’organizzazione dall’alto ma spinta solo dal desiderio di fare e fare bene.

La provocazione del Terzo Settore

Chiedersi, quindi, se le notizie del terzo settore possano, o debbano, avere uno spazio di approfondimento all’interno dei media locali e nazionali non è una provocazione ma una necessità che si traduce nell’opportunità di “dare spazio al bello – ha confermato Antonello Piraneo – attraverso le storie e la loro valorizzazione nel contesto territoriale. Notizie che non siano più stampelle ma strumento per ben indirizzare sguardi e speranza”.

Rosa Maria Di Natale ha offerto il modo in cui compiere questa conversione che vede la chiave nel collegamento tra tutti i punti che collegano la filiera del non profit: dai volontari alle organizzazioni partner, da chi si occupa del trasporto e della distribuzione del cibo alle imprese del profit con le quali nasce un’alleanza che non è una relazione di facciata, ma una possibilità concreta che consente, non solo di ipotizzare, ma ben costruire il cambiamento auspicato. Su quest’ultimo aspetto le storie di cronaca offerte da Giuseppe Di Fazio e Giampaolo Cerri sono state determinanti per provare che ogni italiano nel suo piccolo, e quasi sempre in silenzio, offre un contributo di solidarietà preziosissimo.

Il valore della persona

Resta un ultimo tema in bilico, il rispetto della persona e questo può avvenire solo “attraverso l’uso consapevole e attento delle parole. Senza il bisogno di creare una nuova Carta, ma dando valore a concetti in grado di accompagnare il lettore, o lo spettatore, nel dietro le quinte” ha spiegato Melania Tanteri, per fare scoprire, nel dettaglio, come funziona questa poliedrica realtà fatta di Persone, Condivisione e Solidarietà attraverso azioni che puntino a una comunicazione che miri a Trasparenza e Obiettivi.

Installazione Il Bene con Cura

Responsabilità, Passione, Persona, Sostenibilità e Condivisione sono i punti cardine della mission di Banco Alimentare e quelle che segnano il percorso di una installazione fotografica permanente dal titolo “Il Bene con Cura” che è stata inaugurata il 29 maggio all’interno del magazzino. Cinque gigantografie che danno un volto umano e concreto ai ponteggi in cui gli alimenti vengono organizzati secondo un ordine che li vuole pronti per la distribuzione e, al contempo, divisi per provenienza – FEAD (Fund for European Aid to the Most Deprived), AGEA (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura), GDO (Grande Distribuzione Organizzata) – e scadenza.

BancoLab

E se la comunicazione di valore va oltre la visione di “strumenti narrativi e contenitori di notizie”, ma è quello spazio nel quale giornalisti e comunicatori devono co-esistere, tutto passa dalla formazione e da ciò che siamo capaci di trasferire alle nuove generazioni. La due giorni promossa da Banco Alimentare della Sicilia si è conclusa con BancoLab, una giornata di lavoro (che si è svolta il 30 maggio) in cui dieci giovani studenti catanesi, appassionati di giornalismo e comunicazione sociale, si sono confrontati con il fotoreporter Nuccio Condorelli, il content creator su TikTok Francesco Cavallaro e lo studente universitario e socio di Banco Alimentare della Sicilia ODV Giuseppe Russo per approfondire come costruire fotoreportage, storie e video che abbiano uno sguardo nuovo, che raccontino esperienze, come quelle di Banco Alimentare della Sicilia, capaci di impattare e generare speranza. Ai giovani il compito di raccontare, avere uno sguardo nuovo per raccontare il bello di un territorio e porre le basi per costruire il futuro. Una menzione particolare merita il contributo di Caterina Moser, tra gli speaker di BancoLab, della Fondazione Antonio Megalizzi.

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