CONDANNE

La condanna in appello a Berlusconi ripropone le solite questioni che si dibattono in questo paese martoriato. Noi pensiamo – molto semplicemente – che se non si trattasse di un personaggio che ha monopolizzato la vita politica e culturale di questo paese, non si svilupperebbe tanto clamore intorno a un fatto giudiziario. 

Diremo di più: in altre lande del continente, quando un politico di rango viene raggiunto da un procedimento penale o – peggio ancora – è condannato, il clamore si sviluppa intorno a lui, e non intorno alla magistratura che lo condanna. Desta cioè  impressione il fatto che un rappresentante delle istituzioni possa aver tradito il suo giuramento implicito alla legalità e all’onore.

Ma quelle sono lande puritane. Protestanti. Non fa testo.

Noi siamo un’altra cosa. Siamo cattolici. Abbiamo un rapporto di fascinazione col peccato. Tanto più lo diciamo quanto più lo corteggiamo.

Proporre un discorso piano, lucido, sul tema di come un personaggio così controverso, ai limiti, possa aspirare a rappresentare una nazione si infrange inevitabilmente con l’amara consapevolezza che l’Italia è stato il paese di Andreotti, della sua labilissima concezione del confine fra bene e male, ed è il paese del CAF, l’estrema degenerazione del centro-sinistra degli anni 60.

Vertiginosi dubbi assalgono al cospetto di un dato: Berlusconi non attira solo il consenso di quanti possono identificarsi in lui contro il fantasma di una sinistra che, sostanzialmente, non c’è e non c’è stata (almeno quella paventata dal capo nei suoi discorsi sul comunismo endemico (!)). Attira il consenso di una quantità pazzesca di individui che avrebbero da temere la sinistra esattamente quanto un malato di raffreddore ha da temere l’aspirina: il peggio che può capitare è che non fa niente!

Schiere di sociologi e di politologi si affannano da vent’anni per venire a capo di questo….rompicapo: perché un contadino di Lamezia Terme, o un muratore di Pavia, o un bottegaio di Latina preferiscono dare il proprio voto a un uomo che si distingue quasi esclusivamente per il suo conto in banca e per la spregiudicatezza del suo business? E’ pensabile che l’Italia sia un paese in cui gli scheletri nell’armadio siano più numerosi dei proprietari degli armadi?

Prevedo la replica piccata dei seguaci: noi non siamo mai stati di sinistra! 

Dunque: fino a che c’è stato quel gran contenitore di interessi economici e confessionali che è stato la DC, la scelta è stata quasi obbligata. Da quando la DC si è polverizzata allora la scelta è stata obbligata punto!

In quanto al resto, le litanie sul pregiudizio ideologico dei giudici fanno presa proprio su chi è già molto ben disposto verso il mito della minaccia comunista!