“Contro la violenza sui bambini e sulle donne”. Questo il tema dell’incontro organizzato dalla scuola media “A. Amore”, con il patrocinio dell’assessorato ai Servizi sociali del Comune. Molto interessanti gli interventi dei relatori, a parte qualche volo pindarico di troppo rispetto al tema da svolgere. L’assessore Rossella Smarrocchio, dopo i saluti, ha comunicato ai presenti l’istituzione, a partire dal 1 dicembre prossimo, di uno sportello comunale di consulenza psicologica, pedagogica e legale, gratuita. Breve, incisivo e di grande significato il messaggio della studiosa Grazia Dormiente. “La scuola, che è agenzia educativa per antonomasia, – ha detto – può e deve fare di più per abbattere silenzi e muri di incomunicabilità, utilizzando il nuovo vocabolario per le relazioni umane, avendo la consapevolezza che cultura è vissuto”. Di narcisismo, attenzione, ascolto, amore, seduzione, ha parlato il dott. Carmelo Impera che, vivendo da tempo in una casa famiglia, è riuscito, giorno dopo giorno, ad acquisire sul campo preziosa esperienza umana e professionale. “Per dare o creare momenti di vera comunicazione – ha ribadito – occorre incrociare la sguardo degli altri, figli, alunni, coniuge. I problemi nascono per mancanza di capacità di ascolto. Premesso che lottare per risolverli diventa difficile, va detto che chi ascolta non ha bisogno di lottare”. Di violenza, come effetto degenerativo dell’aggressività dell’uomo, che è anche naturale arma di difesa, ha parlato il dott. Stefano Franzò. “Amare – ha precisato – è cosa ben diversa dal godere. Una donna va ascoltata, amata, compresa, non utilizzata. Silenzio e distacco sono componenti della cosiddetta violenza invisibile che produce guasti nel rapporto fra un uomo ed una donna, costretta a patire per mancanza di ascolto”. “Occorre rispettare non solo la diversità di genere – ha affermato nel corso del suo toccante intervento la dott.ssa Denebola Ammatuna – ma in genere, ricordando che non si nasce violenti, né lo si diventa per caso; un bambino diventa violento a causa dei conflitti tra genitori. Le donne vittime della violenza dei loro compagni, mariti o fidanzati – ha poi concluso – muoiono due volte perché la violenza, che è una vera e propria escalation, non c’entra nulla con il raptus. Occorre pertanto rompere il silenzio delle donne per dare voce alla sofferenza, spezzare la paura che porta all’incapacità di comunicare”. Del nuovo reato di stalking, più specifico rispetto a quello riduttivo della violenza privata, ha infine parlato l’avv. Eugenio Arnaudo, dello studio legale Borrometi di Modica.