Dialogo e incontro per conoscere i problemi e proporre momenti di riflessione partecipata. Questi gli strumenti messi in campo dal Rotary Club Pozzallo – Ispica e dalla Comunità Incontro di Pozzallo, nell’ambito del progetto di prevenzione dalle dipendenze patologiche, portato avanti dai dirigenti di due realtà associative particolarmente impegnate nel sociale. Ieri l’incontro con le classi II e III dell’Istituto tecnico commerciale, diretto dal preside Giuseppe Amore. Per diffondere un forte messaggio di vita contro un disagio galoppante. Che va curato con terapie adeguate. La droga, è stato detto da più parti, è un male terribile, insidioso, resistente, da debellare con una terapia speciale: a base di iniezioni di vita. Che è bene prezioso, spesso sprecato perché non si ha piena coscienza del suo valore. Ecco allora la necessità di riscoprire la ricchezza di questo dono immenso, spesso bruciato, strada facendo, da incertezze esistenziali e fragilità umane che rappresentano l’involucro superficiale ed esterno di un regalo unico, prezioso e irripetibile.
“Auspico, ha detto il presidente del Rotary Club, dott. Armando Fiorilla, accompagnato per l’occasione dal segretario dott. Rino Strazzeri, che la droga un giorno possa essere debellata e che i giovani possano vivere in una società sana, accogliente e solidale. Negli anni Ottanta nella nostra provincia non eravamo nella condizione di ricevere in donazione sangue sufficiente per colmare le necessità dei malati, per cui eravamo costretti ad assistere anche al fiorire di un assurdo mercato nero. Oggi prendiamo atto con grande sollievo del consolidarsi di una importante cultura della donazione, tant’è che, con riferimento particolare alla nostra provincia, vantiamo un prezioso primato in quanto riusciamo a fornire ad altri territori sangue ed emoderivati. Occorre dunque camminare assieme per trovare soluzioni che ci consentano di imboccare nuovi percorsi di crescita umana”. “E’ assolutamente importante – ha aggiunto il dott. Guglielmo Puzzo – imparare a riconoscere e gestire emozioni e sentimenti che caratterizzano il rapporto fra esseri umani. L’adolescenza, che rappresenta una delicata fase della vita, caratterizzata dalla voglia di scoprire e conoscere nuove dimensioni, spinge il giovane ad allontanarsi progressivamente dal “nucleo familiare” e a rapportarsi con il “gruppo dei pari”. A questo punto, quasi senza accorgersene, imbocca un percorso ad alto rischio, non riuscendo, il più delle volte, a cogliere la differenza sostanziale fra amicizia e complicità. Voler bene ad una persona non significa accondiscendere sempre con un si istintivo alle sue richieste, altrettanto istintive. Questo rappresenta un punto di rottura, tale da falsificare e snaturare il rapporto dal punto di vista morale ed affettivo. La mia raccomandazione, anzi, il mio fraterno consiglio – ha concluso – è quello di essere sempre voi stessi, al di là di timori, alienanti processi di massificazione e mode del momento. La libertà di ciascuno di noi è quella di essere, non di apparire”. Molto soddisfatto sulla riuscita della conferenza-dibattito il dirigente scolastico prof. Giuseppe Amore che, con iniziative a volte impopolari, ma sicuramente efficaci, come i controlli periodici richiesti alle Fiamme Gialle, è impegnato a tenere alta la guardia per contrastare il fenomeno delle tossicodipendenze.