CONSIGLIO COMUNALE MODICA : QUESTION TIME E ADOZIONE DEL REGOLAMENTO SUL CONTROLLO INTERNO SULLE PARTECIPATE

 

Discusse quattro interrogazioni nella questione time. Approvato a maggioranza il regolamento sul controllo interno sulle partecipate, rinviata la discussione sul “Piano di intervento per l’organizzazione e la  gestione del servizio di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti nell’ARO coincidente con il territorio del Comune di Modica.

Presenti diciannove consiglieri, il consiglio comune si apre con una comunicazione del Presidente Garaffa che notizia sulla riunione della consulta dei presidenti che ha deciso che giorno 3 marzo ci sarà una conferenza di servizio per capire se si può operare il potenziamento del servizio di urgenza ed emergenza nei territori di Modica, Scicli, Ispica e Pozzallo per istituire una nuova unità mobile con medico a bordo.

Giorno 9 febbraio riunione del consiglio comunale per dare sostegno all’Anci per fronteggiare la grave crisi in cui si trovano i comuni per i ritardi dei trasferimenti regionali e nazionali.

Il consigliere Andrea Rizza chiede di sapere del come mai non sono stati predisposti due PC per i consiglieri; il presidente del consiglio comunale assumerà informazioni in merito e lunedì ne saprà di più. Il consigliere Rizza notizia che una postazione è pronta, ma i tempi di attivazione non sono certi.

La question time inizia con una interrogazione del consigliere Ivana Castello sulla disfunzione del depuratore di frigintini con conseguenti danni ambientali con danni alla flora e alla fauna. Ciò è stato denunciato da alcuni residenti attese le conseguenze dello sversamento.

Il sindaco replica sostenendo che i residenti asseriscono che non si sono lamentati ed è pronto a fare nomi e cognomi; può accadere che un guasto improvviso può accadere. Nel caso segnalato si è registrato il guasto di una pompa. L’Arpa ha fatto, successivamente, un sopralluogo e ha accertato che tutto funziona; la Spm controlla gli impianti di depurazione e quindi la situazione è costantemente monitorata. Il depuratore sarà dotato di un gruppo elettrogeno per garantire una continuità di servizio quando s’interrompe l’energia elettrica.

L’interrogante insiste nella sua posizione e invita il sindaco a portare in consiglio il registro dell’Arpa che registra le verifiche e i controlli e questo potrà dimostrare se si è trattato di un episodio o di una crisi più lunga. Il consigliere Castello ritiene che il depuratore che non funziona.

Il sindaco afferma che l’intervento va fatto in tempo reale e quindi quando si avrà notizia di un malfunzionamento da parte dei cittadini, ma nessuno sinora si è lamentato, l’amministrazione interviene subito.

Il consigliere Tato Cavallino interroga l’amministrazione sulla videosorveglianza in tutte le scuole di pertinenza comunale, anche sulla scorta del tragico evento accaduto a Santa Croce Camerina, inserendo le somme occorrenti nel bilancio preventivo 2015.

Ciò costituirebbe un atto di garanzia e sicurezza che proteggerebbe gli edifici scolastici. Basterebbero le telecamere a circuito chiuso che sarebbero un deterrente per azioni a delinquere tentativi d’intrusione nelle scuole da parte di malviventi. Invita il sindaco a fare propria la richiesta.

Il sindaco risponde sostenendo che l’interrogazione è in linea con quanto l’amministrazione sta predisponendo; già lunedì sul quartiere San Paolo l’impresa installerà l’impianto elettrico delle telecamere con il collegamento con i centri di controllo (questura, carabinieri e vigili urbani).

Sarà predisposto un preventivo di massima per installare anche nelle scuole, peraltro alcuni istituti hanno fatto gli impianti con telecamere interne, di questi strumenti. Ritiene attinente la proposta a quanto l’amministrazione sta realizzando in tema di controlli con video camere.

Il consigliere Cavallino prende atto delle dichiarazioni del sindaco ma s’impegna a verificare se tutto ciò sarà realizzato seguendo passo passo quest’attività.

La consigliera Ivana Castello interroga l’amministrazione sui ritardi del pagamento delle indennità ai dipendenti comunali e sulle retribuzioni alle posizioni organizzative. Ricorda la querelle sul prelevamento delle somme dal fondo accessorio e le somme necessarie prelevate invece dal bilancio che ha visto i revisori contrari. Il Sindaco ha risolto in problema con un parere pro verità secondo il quale le retribuzioni delle PO sono state prelevate dal bilancio.

Il sindaco replica di avere operato bene, la fattispecie ha fatto scuola, sostenendo che le PO nei fatti sono le posizioni apicali, quattordici, dell’ente al posto dei dirigenti. Quindi le somme andavano assunte dal bilancio come si è usato fare per i dirigenti. Questo ha determinato un risparmio nella spesa per l’ente. E’ stato chiesto un parere che nei fatti ha confermato che le somme per il pagamento delle PO vanno assunte dal bilancio e non dal fondo accessorio. Questa ha consentito l’amministrazione di poter pagare quanto dovuto. Così si farà per i prossimi quattro anni per il pagamento del salario accessorio.

L’interrogante chiede del come mai il parere è stato chiesto a un esterno, pagato, ma non alla Corte dei Conti com’era giusto che fosse. Si dichiara insoddisfatta della risposta del sindaco.

Il sindaco ripete che il parere è stato dato da un giurista e l’amministrazione si adegua e si assume le  responsabilità. Il consigliere Castello presuppone che l’amministrazione faccia scelte contro legge; una sorta di partito preso.

Il consigliere Vito D’Antona interroga l’amministrazione sui fondi ex Insicem per l’ampliamento della zona artigianale. Il consigliere sostiene che i fondi che s’intendono dirottare verso l’aeroporto di Comiso sono fatti a danno della città di Modica. Ritiene i due milioni e mezzo al quale il sindaco si aggrappa, non si avranno. Il milione e 900mila euro frutto dei risparmi delle gare sono andate all’aeroporto di Comiso e per il porto di Pozzallo.

Nel momento in cui Modica rinuncia alla zona artigianale di Modica Alta il milione mezzo di euro, che nessuno lo può toccare, potrà essere trasferito a Michelica con un progetto che prevede una somma di sei milioni di euro. Gli altri vanno presi dai ribassi d’asta.

Modica ha perso le somme per la mancata redazione del progetto esecutivo di ampliamento di Michelica, lo sostiene dal 2 agosto, e questo necessita una variante visto che non è previsto né nel vecchio né dal nuovo Prg. Dato lo stato di fatto ci saranno altri enti che potranno sfruttare la situazione. Oggi questa è una sconfitta per la città di Modica che non potrà in questo modo intercettare le somme dei ribassi d’asta.

L’importo del progetto di ampliamento non è di due milioni e mezzo quando l’accordo di programma cita sei milioni di euro. Bisogna subito fare una variante al PRG e fare subito il progetto e reclamare le somme.

Il sindaco informa che su quest’argomento ha avuto oggi un incontro con la Cna.

D’Antona, secondo il sindaco è come l’atteggiamento del militare giapponese che continuava a combattere a guerra finita a un pezzo. Il sindaco rivendica la sua azione in favore delle imprese. La situazione che è stata ereditata dall’amministrazione è quella di una zona artigianale di Modica Alta senza alcun indirizzo di programmazione rispetto anche all’ampliamento di Michelica. Adesso si è fatto ordine e quanto chiede D’Antona è già in discussione in commissione e presto arriverà in consiglio. Si sta facendo un percorso che prevede una variante e quindi uno stralcio funzionale che realizza una parte del progetto sulla scorta dei soldi disponibili ma l’obiettivo è realizzarla tutta. Per il resto è stato lui a proporre a destinare 300mila euro per la stazione passeggeri del porto di Pozzallo perché serve allo sviluppo.

I due milioni e mezzo nessuno li potrà togliere a Modica: un milione dai ribassi d’asta vincolati e un milione mezzo già prima assegnati. Sugli altri ribassi d’asta c’è una destinazione per l’ampliamento della zona artigianale. Si punterà anche sul finanziamento delle imprese grazie al fondo di rotazione.

L’interrogante valuta che c’è una visione dissonante. I ribassi d’asta sono stati determinati nell’aprile dello scorso anno e non erano nelle somme dell’accordo di programma. Si sono persi dunque un milione e 900mila euro. I due milioni e mezzo di euro sono il primo stralcio dei sei milioni di euro per completare l’ampliamento della zona artigianale e questo somma che difende. Dichiara che sarà un consiglio in qualsiasi momento per adottare la variante e il progetto esecutivo dei sei milioni di euro.

Il sindaco ritiene che non farà polemica su questo e guarda alla concretezza delle cose: saranno i cittadini a giudicare. Dopo l’ora termina la questione time.

Il punto relativo al regolamento di controllo interno delle partecipate viene introdotto dal consigliere Piero Armenia che ricorda che l’argomento era stato ritirato per delle perplessità operate dal segretario generale in ordine all’attività delle PO in ordine alla gestione delle società partecipate. Argomenti che sono stati affrontati in commissione e che sono stati emendati.

Il consigliere Ivana Castello propone emendamenti in ordine all’ accesso agli atti da parte dei consiglieri comunali (comma 4 art.13 del regolamento) che è dovuto, nei tempi stabiliti, per interessi pubblici, di rappresentanza e di controllo. In buona sostanza propone di applicare al regolamento la norma relativa all’accesso agli atti.

Il segretario generale ha dato parere sfavorevole all’emendamento. Il termine non è di tre giorni per avere l’accesso agli atti ma di trenta giorni così come previsto dalla legge. La giurisprudenza è ferma nel ritenere che il termine di trenta giorni non possa essere derogato da regolamento alcuno.

Il consigliere Castello valuta che la giurisprudenza non è uniforme nei termini sull’accesso dei consiglieri agli

atti.

I trenta giorni fanno riferimento alla risposta che devono il sindaco o gli assessori alle interrogazioni o istanze ispettive dei consiglieri e non ha attinenza all’accesso agli atti.

Il segretario generale ritiene che i termini siano uguali nell’accesso ai documenti tra consiglieri e cittadino che rimane di trenta giorni; la diversità è sulla possibilità maggiore che ha il consigliere sugli atti atteso il ruolo svolto. Ma il termine di trenta giorni è intoccabile.

Il presidente Garaffa ritiene che se non si trovasse una sintesi bisognerebbe rinviare il punto.

Il segretario generale ritiene che il punto va approvato perché ha assunto l’impegno per il regolamento davanti alla Corte dei Conti.

Il consigliere Piero Armenia valuta che il termine è di trenta giorni come cita la legge n.56 del 2014 sul

Il consigliere Carmelo Cerruto ritiene che solo oggi si stia parlando di quest’argomento e non si sentono responsabili della mancata adozione del regolamento.

Un parere il n.1893 del Consiglio di Stato ritiene che sia fattibile la tempistica espressa nel senso che il consiglio comunale deve espletare in maniera normale il loro compito, cioè accedere velocemente agli atti delle società partecipate. Ove il regolamento dovesse essere adottato così porranno in essere tutte le iniziative per rimetterlo in discussione in un’altra seduta del consiglio.

Il consigliere Vito D’Antona rigetta l’accusa di inadempienza sull’argomento rispetto all’adozione del punto da parte della giunta e arrivato oggi in consiglio con un ritardo. Chiede di sapere del perché la giunta approva un anno fa e solo oggi il consiglio lo discute. Di chi è la responsabilità di questa inadempienza? Con la Corte dei Conti non si scherza! Il consiglio comunale nella sua autonomia può deliberare un termine inferiore per l’accesso agli atti da parte dei consiglieri visto che ci si trova di fronte ad una legge che non lo vieta e ad una giurisprudenza non uniforme nella fattispecie.

Nessuno ha interesse a impugnare una soluzione diversa, cioè un accesso rapido agli atti delle partecipate, rispetto a quella si vuole prevedere. Se fosse il sindaco farebbe una direttiva per avere immediatamente la consegna degli atti.

Il consigliere Tato Cavallino chiede conto e ragione della perdita di un anno per avere il punto in consiglio.

Non si dichiara d’accordo con il rinvio del punto. Il segretario deve dichiararci se l’emendamento è ammissibile o meno.

Il presidente Garaffa sottolinea che ogni atto che arriva alla presidenza nell’arco di mezza giornata sono trasferiti alle commissioni competenti.

Il consigliere Giorgio Falco esprime il disaccordo per il rinvio del punto nel senso che si può votare tranquillamente. Quindi non voterà l’emendamento.

Il consigliere Piero Armenia riferisce che la commissione ha ridotto a tre mesi, erano sei, quelli relativi ai report di attività delle compartecipate. Il dato dei trenta giorni poi è relativo perché si tratta di un termine massimo; quindi l’accesso potrebbe avvenire il giorno successivo alla richiesta.

Il consigliere Andrea Caruso rileva che secondo il regolamento ci possono essere atti ai quali non si possa accedere. Quindi la questione non è chiara tra quelli accessibili o quelli che lo sono meno.

Il sindaco chiarisce che ci sono procedimenti riservati (come quelli disciplinari dei dipendenti) che escono fuori dall’attività amministrativa e quindi non sottoposti al controllo dell’azione ispettiva. Delega al segretario generale la declinazione di questi atti. Questa è la precisazione. Si tratta di regolamento tecnico e non politico.

Il consigliere Carmelo Cerruto ribadisce che si parla di trasparenza e invece si vogliono mettere paletti nel regolare funzionamento del consiglio e dei singoli consiglieri.

Chiede come mai il regolamento non distingue l’accesso agli atti di tipo conoscitivo da quello partecipativo che è considerevole per l’attività ispettiva del consiglio sulle partecipate. Vuole capire se si tratta di una dimenticanza.

La consigliera Ivana Castello chiede se per l’accesso all’atto il consigliere, atteso che il sindaco riceve dalla partecipata la richiesta, deve sottostare alla volontà del primo cittadino?

Il consigliere Vito D’Antona rileva che la legge decide su ciò che è riservato o meno e non può essere il sindaco a valutarlo.

Il segretario generale rileva che la richiesta di accesso va fatta agli uffici che vanno evasi entro trenta giorni; la partecipata deve comunicarlo entro venti giorni al Comune. Nel caso si tratti di documenti riservati (i cosiddetti dati sensibili) il sindaco ne deve venire a conoscenza quando ci sono le forze dell’ordine ad indagare. Il sindaco non ha il compito di rilasciare il documento. Il consigliere comunale sulla riservatezza deve tenere il segreto sull’atto e quindi non divulgarlo.

 Il consigliere Giovanni Scucces ritiene che sia necessario il buon senso. Ritiene che il consigliere comunale debba poter fare il proprio compito cioè quella di avere con immediatezza tutta la documentazione opportuna. Ritiene che l’emendamento Castello debba essere votato e il punto non può essere rinviato.

Chiede ragione sul ritardo con cui è discusso questo punto. Il presidente Garaffa ribadisce che l’ufficio non ha alcuna responsabilità su questo. L’emendamento Castello può essere messo ai voti in quanti ammissibile, anche se c’è il parere sfavorevole del segretario generale.

Il consigliere Michele Colombo ritiene che sia normale una rapidità di accesso che tutela l’attività di tutti i consiglieri comunali e invece registra che ci sono delle resistenze.

Valuta che ci sono gli elementi per giungere a una sintesi condivisa da tutti.

Il consigliere Concetto Puccia non percepisce la difficoltà ad accedere nei tempi stabiliti all’accesso degli atti delle partecipate. Rileva articoli del regolamento di dubbio valore, come retribuzioni, sulla partecipazione in commissione dei responsabili delle controllate. Racconta un caso in cui l’accesso agli atti fu osteggiato e in commissione propose una serie di cambiamenti, come quello della richiesta verbale, al regolamento tesi a garantire una maggiore trasparenza agli atti. Valuta che il dibattito di oggi ci sono delle limitazioni all’attività del consigliere. Invita a inviare all’Autorità del Garante per la privacy l’atto che sarà adottato dal consiglio.

Ammette che non è in grado di votare l’argomento e quindi si esprimerà contro.

Il consiglio comunale Carmelo Cerruto denuncia i limiti di questo regolamento nel senso che comprime il diritto dei consiglieri all’attività ispettiva nei confronti delle partecipate. Denuncia la scarsa trasparenza dell’atto e annuncia il voto contrario.

Il consigliere Giorgio Falco illustra il voto negativo all’emendamento Castello e positivo a quelli della commissione.

Il consigliere Piero Armenia illustra gli emendamenti della commissione sul ruolo della PO dell’XI settore sul coordinamento e il controllo dell’attività delle PO che svolgono attività nei confronti dei servizi resi dalle controllate e l’altro sui tempi concessi per redigere i report delle partecipate che passano da sei a tre mesi.

Il consigliere Carmelo Cerruto considerato che la maggioranza non ha inteso recepire gli emendamenti dell’opposizione. Il consigliere è interrotto dal presidente Garaffa perché ritiene che non abbia più diritto alla parola. Il consigliere insiste che debba fare la dichiarazione di voto sull’emendamento.

Il segretario generale, compulsato, ritiene che sia stata fatta una dichiarazione di voto sul regolamento e sugli emendamenti.

Ai voti gli emendamenti proposti dalla commissione sul regolamento ottengono ventitré voti favorevoli e un astenuto.

L’emendamento presentato del consigliere Ivana Castello, con parere non favorevole del segretario generale in quanto il tempo di accesso agli atti non può essere inferiore ai trenta giorni, è oggetto di una richiesta al segretario generale da parte del consigliere Vito D’Antona che chiede un fondamento giuridico sul suo parere e chiede di conoscere la norma che impone i trenta giorni e non i tre giorni per l’accesso agli atti.

Il consigliere Vito D’Antona ritiene che il parere del segretario comunale non sia conforme alla normativa e contrasta con l’art cinquanta del regolamento sull’accesso agli atti, che prevede tre giorni, votato dal consiglio comunale con delibere n. 146 nel 2010. Il messaggio che i consiglieri di maggioranza mandano è quello che hanno delle cose da nascondere. Cosa si vuole impedire? Quanto proposto è una dimostrazione di civiltà e di trasparenza. Si sta impedendo ai consiglieri comunali di accedere agli atti in tempo rapido nell’era dell’informatica. Vota favorevolmente l’emendamento.

Il consigliere Piero Covato ribadisce che non hanno nulla da nascondere; non accettano lezioni di trasparenza da parte di nessuno. La maggioranza ha dimostrato trasparenza in più occasioni. Rimandano le accuse al mittente e si dichiarano un libro aperto.

Il consigliere Piero Armenia ribadisce che la legge impone i trenta giorni per l’accesso agli atti. Il voto del suo gruppo è contrario.

Il consigliere Michele Colombo ritiene che sia stato votato un emendamento proposto dalla maggioranza e il consigliere Piero Covato ha votato quattro anni fa aveva votato favorevolmente il regolamento che prevedeva l’accesso agli atti dei consiglieri in tre giorni. Dichiara il voto favorevole all’emendamento Castello.

Il consigliere Giovanni Rizza non è d’accordo con le polemiche politiche e dichiara il voto contrario all’emendamento Castello.

Il consigliere Giovanni Scucces dichiara il voto favorevole all’emendamento atteso che una delibera precedente è stata votata favorevolmente con il parere favorevole del segretario dell’epoca.

Il segretario generale ritiene che l’art quarantatré del Tuel rinvia alla legge sull’accesso agli atti ovvero la 241 del 90 che prevede i trenta giorni e non i tre giorni. Quella delibera del regolamento votato precedente va rivisto.

Il consigliere Tato Cavallino evidenzia che il segretario generale ha fornito una motivazione al parere che rimane oggettivo motivandolo. Si rischia di votare su un atto sul quale c’è il parere di valutazione tecnica non favorevole e quindi valuta a suo dire l’emendamento non ammissibile.

L’emendamento del consigliere Ivana Castello viene respinto con tredici voti contrari, dieci favorevoli e un astenuto.

Sulla votazione dell’intera delibera il consigliere Giovanni Scucces ragiona su un emendamento che avrebbe potuto limitare il tempo di accesso dai tre giorni sino a trenta giorni. Ciò non è stato fatto e comunque voterà a favore della delibera rimarcando che oggi è stata scritta una brutta pagina.

La delibera sul regolamento è approvata a maggioranza con quindici voti a favore, cinque contrari e due astenuti.

Si passa alla presa d’atto dell’avvenuta approvazione da parte della Regione siciliana del “Piano di intervento per l’organizzazione e la gestione del servizio di spazzamento raccolta e trasporto dei rifiuti nell’ARO coincidente con il territorio del comune di Modica a approvazione quadro economico e capitolato d’oneri.

Il consigliere Carmelo Cerruto chiede un rinvio del punto atteso l’ora e porlo al primo punto del prossimo consiglio ovvero lunedì 9 febbraio.

Il sindaco, dopo avere proposto l’illustrazione della relazione del tecnico progettista sul piano e poi rinviare la seduta, ritiene, attesa l’ora tarda, il tempo che si è perso su questioni di lana caprina e registrata la disponibilità dei progettisti e il consenso della maggioranza, congruo il rinvio.

La seduta è rinviata e il punto sarà discusso come primo punto lunedì 9 febbraio p.v. alle ore 18,30.