“Giacomo Albo, un uomo, una città” è il titolo di un convegno dedicato alla figura di Giacomo Albo tenuto a Modica a palazzo di cultura giovedì 29 marzo. La città si è stretta intorno alla memoria di questo suo cittadino a 140 anni dalla sua nascita. Il convegno organizzato dal Circolo didattico “G. Albo” grazie alla forte volontà della sua dirigente Fernanda Grana è stato promosso dalla Fondazione Giovan Pietro Grimaldi e sostenuto dall’amministrazione comunale. Numerosi i relatori che hanno preso parte da Giancarlo Poidomani della Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Catania, a Orazio Sortino della Facoltà di Agraria dell’Università di Catania, e ancora Antonella Giardina autrice del saggio Giacomo Albo: un intellettuale tra politica e scienze (1987), e Saverio Terranova studioso di storia locale e Giuseppe Micciché già presidente del Centro studi “Feliciano Rossitto” ed esperto di storia locale. Hanno arricchito l’incontro le testimonianze del sacerdote don Umberto Bonincontro, di Giacomo Albo (nipote dello studioso cui è dedicato il convegno), degli agronomi Giovanni Licitra, Pierantonio Calabrese e Giovanni Di Raimondo. A Fernanda Grana, dirigente scolastico del Circolo didattico, il compito di dirigere i lavori del convegno da cui si è evinto un profilo pubblico dello studioso in qualità di scienziato, politico e pedagogo. A lui si devono interessantissimi studi di botanica oltre che l’istituzione di un prezioso orto botanico.
“Il professore Albo – afferma Orazio Sortino intervenuto al convegno – fu uno scienziato che svolse la sua attività con entusiasmo e grandi capacità, pur dovendo operare, in taluni periodi, ai margini del mondo accademico. Per ragioni politiche infatti fu tenuto fuori da istituti di ricerca che potevano disporre di attrezzature, mezzi, incentivi. Ci ha lasciato un’eredità scientifica di riguardo ma oggi poco valorizzata se non dimenticata, anzi perfino sminuita dagli studiosi della sua epoca. Le sue ricerche sono da rivalutare e considerare con maggiore attenzione, essendo attuali e di grande interesse per il mondo accademico e sociale. Il suo contributo sulla catalogazione delle piante della Sicilia meridionale orientale ha colmato una grossa lacuna riguardante la conoscenza floristica della Sicilia e attualmente viene consultato da ricercatori e appassionati. Una tematica di grande attualità – prosegue Sortino – che andrebbe evidenziata riguarda le sue riserve sull’introduzione e l’uso indiscriminato di fertilizzanti chimici in agricoltura. G. Albo fu quindi un precursore del “biologico”, e anche la sua battaglia contro l’estinzione del carrubo, senza dubbio, acquista in quest’ottica un significato di precorrimento ed è un’ulteriore testimonianza della sua sensibilità di botanico ecologista”.
Di Giacomo Albo in veste di uomo politico ha poi relazionato Giancarlo Poidomani descrivendolo come uomo del suo tempo impegnato nella lotta contro il fascismo fino a dover affrontare gravissime conseguenze. Allontanato sotto il fascismo dalla scuola, dalla politica e dalla “sua” Modica, Albo si dedicò alla ricerca scientifica. Uomo di grande statura morale, del cui spessore ci da conferma un telegramma a firma di Saragat nel 1969, mandato alla famiglia in occasione della sua dipartita. Am come accenna Antonella Giardina Giacomo Albo fu anche e soprattutto pedagogo. Di lui ricorda la studiosa il prezioso contributo nel fondare al Modica nel 1914 la Scuola Normale per preparare gli insegnanti di scuola elementare. Ma fu soprattutto scienziato e instancabile studioso a servizio della comunità. Secondo Albo l’obiettivo della scienza era quello di incrementare la produttività agricola, attraverso una politica di riforme affidata a tecnici, agronomi e botanici. Alla dirigente Grana il plauso per aver richiamato l’attenzione sull’illustre cittadino a cui la scuola che la stessa dirige è stata titolata. Una interessante iniziativa ha coinvolto gli studenti del circolo didattico nei giorni che hanno preceduto il convegno. I ragazzi hanno infatti condotto degli studi sulla figura di Giacomo Albo conclusi con la consegna alle classi quinte della Costituzione Italiana. “Credo che sia di fondamentale importanza trasmettere ai nostri figli non solo i valori della Costituzione che regola il civile vivere dei cittadini italiani – afferma la dirigente Grana – ma anche fornire esempi concreti di vita di persone come Giacomo Albo che in essa hanno creduto e in essa hanno fondato la propria esistenza”.