Cosa impedisce alle imprese di crescere? Siccità e carenza di infrastrutture. Il report della CNA di Ragusa

Il report del Centro studi della Cna territoriale di Ragusa, presentato oggi, ha evidenziato le sfide e le opportunità per il tessuto imprenditoriale della provincia, che al 31 luglio 2024 contava 37.247 imprese registrate, di cui 31.922 attive. Queste imprese sono principalmente microimprese distribuite in settori come agricoltura, manifattura, costruzioni, commercio e servizi. Il rafforzamento del tessuto imprenditoriale richiede investimenti in infrastrutture, digitalizzazione e sostenibilità ambientale, sostenuti dalle agevolazioni della Zes unica del Mezzogiorno e dai fondi del Pnrr.

Le criticità principali

Durante l’incontro, il segretario territoriale Carmelo Caccamo e il coordinatore Giorgio Stracquadanio hanno sottolineato due criticità principali: la siccità e la carenza infrastrutturale. La siccità, con più di 290 giorni senza pioggia nel 2021, insieme alla dispersione idrica del 46,5%, rappresenta una minaccia per l’agricoltura, settore chiave dell’economia ragusana. Questo problema, aggravato dal rischio di desertificazione, compromette la competitività delle imprese agroalimentari locali.

Il ritardo infrastrutturale è l’altro grande ostacolo allo sviluppo. Ragusa si classifica tra le ultime province italiane per rete stradale, ferroviaria e logistica, ma ha un potenziale nel porto di Pozzallo, che potrebbe rappresentare un vantaggio competitivo per il turismo e l’export. Tuttavia, è necessario accelerare gli investimenti previsti nel Piano integrato di attività e organizzazione (Piao) 2024/2026 per sfruttare appieno queste opportunità.

Un’ulteriore preoccupazione riguarda la legge sull’autonomia differenziata, che potrebbe accentuare le diseguaglianze tra le regioni italiane. Le regioni più ricche potrebbero trattenere una parte maggiore del gettito fiscale, riducendo le risorse per affrontare le sfide del Sud, come la siccità e le infrastrutture inadeguate.

Infine, il report ha sottolineato l’importanza di una strategia integrata per il rafforzamento delle imprese iblee, che promuova la crescita dimensionale delle imprese e attragga nuovi investimenti, evitando che giovani e lavoratori qualificati del Sud migrino verso il Nord.

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