Tra tutte le iniziative religiose che si tengono a Ragusa Ibla è forse la più intimista, quella che consente di percepire meglio le sottili sfumature della fede di ognuno. Ecco perché la processione di Maria Santissima Addolorata, ogni anno, riesce a raccogliere attorno a sè un consistente numero di devoti, gli stessi che precedono il simulacro della Vergine con i ceri, che accompagnano il fercolo tra le viuzze del quartiere barocco, tenendo sospesa l’attenzione verso i canoni della crescita spirituale che accompagna ogni devoto. Anche domenica, questo rito sacrale si è ripetuto. All’uscita del simulacro dalla chiesa di Santa Maria dell’Itria prima l’esplosione di gioia e poi la riflessione che accompagna il cammino di chi vuole percorrere la strada del dolore, come quello dell’Addolorata che soffre per il Figlio morto sulla Croce, perché venga additata la Gerusalemme celeste. Il parroco, don Gino Scrofani, ha voluto lanciare un messaggio spirituale carico di significati in occasione del momento più solenne dei festeggiamenti che, per tutta la settimana, hanno animato il fervore religioso di un’intera zona di Ibla. Alla processione non sono mancati neppure i rappresentanti istituzionali, dal presidente del Consiglio comunale, Salvatore La Rosa, al presidente del Consiglio circoscrizionale, Giovanni Brugaletta, facente parte quest’ultimo, tra l’altro, anche del comitato organizzatore dei festeggiamenti. La processione, che ha preso il via intorno alle 18,30, ha interessato le vie principali di Ibla. Accompagnato dal corpo bandistico “San Giorgio – Città di Ragusa”, il simulacro ha fatto rientro in chiesa dopo circa due ore, rientro caratterizzato da uno spettacolo pirotecnico che ha riempito di suggestive immagini coreografiche in cielo la zona nord di Ibla. Le atmosfere evocate dal passaggio dell’Addolorata nei vicoli dell’antico borgo hanno fornito lo spunto adeguato per una riflessione attenta sui temi spirituali emersi in occasione dei festeggiamenti religiosi. ( C.C.)