ROMA (ITALPRESS) – Gli investimenti in finanza sostenibile sono il tema del momento, ma non hanno ancora conquistato la totalità della clientela italiana ed europea. È quanto emerso dalla tavola rotonda “Esg, il ruolo del consulente finanziario, la gestione obbligazionaria ed i certificates in un contesto di tassi negativi: risvolti concreti per il 2020”, ospitata da Consulentia20, la tre giorni organizzata da Anasf, l’associazione nazionale consulenti finanziari, a Roma.
Nel corso dell’iniziativa, tenutasi nella sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica, sono intervenuti Federico Gerardini, responsabile direzione Deutsche Bank Financial Advisors; Adriano Nelli, executive vp, head of Gwm Italy Pimco e Camilla Ventura, cross asset listed products di Societe Generale, moderati da Janina Landau di Class Cnbc. Il tema al centro del dibattito è stato quello degli investimenti Esg, ovvero quelli che comprendono azioni in aree come l’ambiente, il sociale e la governance etica (Environmental, Social and Governance, in inglese. Da cui la sigla Esg, ndr).
“È un trend crescente, che, però in ambito retail, non ha ancora raggiunto la totalità degli investitori. Se osserviamo l’ultimo report Consob, il 60% degli intervistati ha affermato di non conoscere o di non approvare gli investimenti che seguono criteri Esg”, osserva Gerardini, affermando che l’apprezzamento della clientela italiana di Deutsche Bank non si discosta dalle percentuali generali.
“Per noi – prosegue Gerardini, a margine dell’evento – è una tematica molto cara, che però non è frutto di una tendenza del momento. Nel 2009 offrivamo già alla clientela tedesca un servizio di gestione patrimoniale incentrato sui criteri Esg. Un approccio che si è tradotto con l’arrivo nel nostro paese nel 2013”.
L’invito venuto dall’incontro è quello di “sfatare il mito per cui gli investimenti in finanza sostenibile risultino essere meno performanti rispetto a quelli tradizionali”.
La fiducia per la crescita di tali investimenti, invece, proviene da un approccio differente delle nuove generazioni, sempre più sensibili alla qualità dei rendimenti oltreché alla quantità.
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