Alla riunione tenutasi oggi a Palermo, convocata dall’Anci Sicilia, per discutere della risoluzione dell’emergenza del precariato, era presente l’assessore al Personale Giancarlo Cugnata. Presenti anche il governatore Lombardo, l’assessore regionale al lavoro Leanza, una folta rappresentanza della deputazione iblea e molti amministratori locali siciliani. Lo schieramento più grande però era quello dei manifestanti che presidiavano l’Albergo delle Povere, sede dell’incontro, per rivendicare il loro sacrosanto diritto al lavoro. Nel corso della riunione si sono levate molti voci per chiedere al governo regionale di intervenire presso quello nazionale al fine di ottenere la possibilità di sforare il patto di stabilità, che per i sindaci presenti, ma non solo, sembra ingessare moltissime amministrazioni locali. Apprezzato, nel contesto, l’intervento dell’assessore comisano, che non solo ha trovato l’ascolto della platea ma che è stato applaudito a lungo per le parole pronunciate. “Il patto di stabilità non è uno strumento nato ieri – ha detto Cugnata ironicamente – ma risale a qualche anno fa e, piaccia o non piaccia, serve a mantenere in ordine i conti delle amministrazioni locali. Invece di polemizzare in questa sede con il governo nazionale su ciò che non ci piace, dobbiamo chiedere più semplicemente la deroga al patto, finalizzandola al rifacimento delle piante organiche dei Comuni, esclusivamente per permettere la stabilizzazione dei precari. L’impegno di deroga che ci prendiamo con il governo deve avere tempi certi e rimanere, ripeto, circoscritto alla stabilizzazione dei precari. Se poi, per ipotesi, entro sei mesi una data amministrazione comunale non è riuscita ad ampliare la propria pianta organica farebbe meglio, il sindaco di quella amministrazione, a dimettersi”. “Credo poi che sia giusto premiare quelle amministrazioni – ha continuato Cugnata – che sono già riuscite a stabilizzare i propri precari. Qui la Regione deve riconoscere la bravura delle amministrazioni e prendersi a sua volta l’impegno di estendere gli orari lavorativi da part-time a full-time”. “Infine desidero sottolineare – conclude Giancarlo Cugnata – come con un pizzico di orgoglio , non ho visto tra i manifestanti nessuno dei nostri lavoratori, che grazie a tanto impegno e perseveranza sono stati stabilizzati nel dicembre del 2009”.