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Dall’8 giugno in Sicilia riaprono anche le discoteche. Ma come faranno a far rispettare la distanza?

Siamo tutti molto contenti dell’avvio di questa Fase 2 e delle riaperture disposte dalla Regione siciliana. Ci rendiamo perfettamente conto che non è facile gestire un’emergenza sanitaria e una crisi economica galoppante: la gente ha bisogno di lavorare, di riprendere la propria quotidianità e di andare avanti.

Un discorso che vale per tutti: dagli albergatori ai ristoratori, passando per i parrucchieri e i baristi, hanno bisogno di riaprire la propria attività. Fra questi, anche i gestori di discoteche, sia chiaro. Ci chiediamo, però, come sia possibile far rispettare le misure anti-Covid e le distanze di sicurezza in una discoteca, un luogo in cui non ci si va certo per intavolare discussioni filosofiche o per disquisire sulla bontà di un vino.

L’ordinanza di Musumeci firmata ieri sera, infatti, prevede fra le riaperture dell’8 giugno, oltre ai cinema e a i teatri anche quelle delle discoteche. Ma un conto è tenere distanziate le persone in un cinema o in un teatro, dove i posti sono a sedere e possono essere contingentati, un conto è farlo in una discoteca. Come sarà possibile? Ci saranno addetti al distanziamento sociale fra un ballo e l’altro? E quelli che andranno al bancone del bar per accaparrarsi un drink come faranno? C’è l’obbligo delle mascherine anche in questo caso? Ne dubitiamo.

Fra tutte le riaperture previste, onestamente, questa ci sembra la meno congruente con le misure anti-covid. Saremmo anche follemente curiosi di capire come saranno sanzionati chi viola queste regole. Forse sarebbe meglio assumersi la responsabilità politica di dire “fate come ritenete giusto e affidatevi al vostro buonsenso”, piuttosto che pontificare e scrivere ordinanze con misure che sappiamo non saranno mai rispettate.