DALLA PLURALITA’, L’UNITA’.

Il Partito Democratico della Provincia di Ragusa è vicino alla celebrazione dei congressi cittadini e provinciali che, tra le altre cose, decideranno la figura del prossimo coordinatore provinciale. Ho intitolato la mia linea programmatica in questo modo: “Dalla pluralità, l’unità.” Siamo noi, è la nostra situazione, e dobbiamo rilevarlo soprattutto ora che abbiamo saputo ben presentare alle nostre città e alla nostra provincia un insieme di gruppi di partito che hanno lavorato con serietà, interesse e autentica e sana competizione nello sforzo di delineare la futura segreteria provinciale. Tutto è stato fatto nella trasparenza e ogni minimo passaggio è stato reso pubblico; i giornali hanno reso pubblici i criteri seguiti, i diversi passaggi compiuti e perfino i momenti d’incontro delle diverse mozioni. Siamo un partito plurale, ricco, diverso che già nasce così, volontariamente ed intenzionalmente. Noi lo abbiamo voluto così, la storia ce lo ha consegnato così, come la sintesi delle due grandi tradizioni novecentesche post belliche, confluite poi nella Margherita e nei Democratici di Sinistra e, in aggiunta, il mondo dell’associazionismo impegnato attivamente nella società. In questo quadro, e al di là del problema dei quadri dirigenti, l’impegno sarà di riuscire a creare continuamente un’unità laddove ogni singola parte possa riconoscersi senza avvertire la minaccia dell’estinzione. Questo obiettivo lo si è costruito già nelle discussioni di mozione. Nei momenti in cui sono state avanzate le esigenze di equilibrio e di moderazione, o quando sono state prospettate le possibilità e poi la fattibilità di un «ticket», in fondo ogni «anima» del partito ha espresso la volontà che tutti si possa concorrere fortemente, da protagonisti e in prima persona alla costruzione dell’identità del partito e della politica della nostra provincia. Sarà un partito in cui si imparerà a fare non solo passi indietro, ma anche passi avanti, nella nuova dimensione di saper abbandonare posizioni per incontrare l’altro: l’altro compagno, l’altra democratica, i loro gruppi di riferimento. Rispetto al secolo precedente, fortunatamente, non abbiamo più ideologie strette e serrate cui uniformarci, ma visioni delle cose da costruire e sensi e significati da realizzare, nella convinzione che l’umanità non è un destino, ma una re-invenzione continua. Il luogo politico sarà laddove noi saremo; ci faremo gambe per camminare e faremo cammino dove non c’è strada. Ai più giovani in particolare, l’augurio di poter trarre dal partito e dalla vita politica esempi di idealità, di stili e discipline. Su questa base, plurale e sintetica, chiediamo sin d’ora il consenso dei cittadini ed con loro che continueremo attraverso i nostri rappresentati parlamentari, i nostri amministratori, consiglieri a qualsiasi livello e i nostri dirigenti di partito, ad attivare tutte quelle risorse di governo e di opposizione per la trasformazione continua della nostra realtà provinciale. (nella foto: Giorgio La Rocca)