Dalla Sicilia una idea geniale! Verrà presentata in Texas e si annuncia rivoluzionaria. FOTO

Mettiamo un piccolo centro, uno dei tanti presenti nella nostra provincia ma praticamente in tutta Italia. Quanto è difficile per i corrieri addentrarsi nelle piccole viuzze locali e consegnare un pacco nei tempi previsti dalla nostra società super accelerata? E quanto è difficile orientarsi con i navigatori in questi reticoli stradali fatti di scale, piccole vie senza uscita e spesso nemmeno sufficientemente larghe tanto che un furgoncino non riesce neanche a passarci? Bene, la scuola media Dalla Chiesa di San Giovanni La Punta, grazie a un progetto che ha vinto la finale della “First Lego League”, che si è svolta a Rovereto, rappresenterà l’Italia ai mondiali di Houston, Texas, dal 20 al 23 aprile. Si tratta di un campionato di scienza e robotica a cui saranno presenti 108 squadre e 25 mila partecipanti da tutto il mondo. La scuola di San Giovanni La Punta ha vinto presentando un progetto denominato “Slow delivery friends”. E l’idea di questo progetto è nata a Chiaramonte. O meglio, si è cercato di ovviare a un problema che Chiaramonte, così come molti centri storici piccoli, hanno. Ma andiamo con ordine.


Il team di San Giovanni La Punta, composto da 11 ragazzi provenienti dalle terze medie, ha vinto grazie ad un progetto innovativo che prevede di rivoluzionare completamente il mondo delle consegne a domicilio. Non solo: ha una grande valenza sociale, in quanto il progetto prevede di essere attuato, nel concreto, da persone affette da disabilità cognitive.
E il coach della squadra è un professore chiaramontano: si chiama Gianluca Marletta e non esita a dirci: “L’idea è nata perché io ho abitato a Chiaramonte, nel quartiere di San Giovanni, laddove per i corrieri è difficilissimo arrivare senza lasciare il furgone da qualche parte”, ci racconta, sorridendo.


La gara “First Lego League” si compone di 4 prove, in ognuna delle quali si acquisisce un punteggio. La somma di tutti i punteggi ottenuti nelle 4 prove, permette alla squadra di vincere o perdere la gara, in quanto ogni giuria assegna il proprio voto autonomamente. Ogni anno, vi è un tema a cui la gara deve rispondere e quello di quest’anno era la gestione logistica delle merci, intesa a tutti i livelli, sia su gomma che via aerea, navale o di altro tipo.
La prima prova riguarda la costruzione di un robot-game vero e proprio, che deve rispondere a degli standard precisi e deve compiere delle mission uguali per tutti i partecipanti del mondo.
La terza prova della First Lego League riguarda il progetto tecnico in sé, cioè come è stato costruito il robot game e indaga sulle strategie di gara. Infine, la quarta e ultima prova riguarda gli aspetti core-values, cioè i valori aggiunti della competizione, ovvero quanto la squadra è diventata un unicum.

La seconda, invece, è il focus della competizione e riguarda il progetto scientifico vero e proprio: “Noi abbiamo affrontato il problema della consegna porta a porta nei piccoli centri”, spiega il professor Marletta e aggiunge: “Abbiamo scoperto che negli ultimi due anni, a causa della pandemia, le consegne sono triplicate ma nello stesso tempo abbiamo anche saputo, avendo fatto degli incontri con polizia postale e vari servizi di delivery, che sono aumentati i furti. Quando un corriere è costretto a lasciare il proprio furgone lontano dall’indirizzo a cui deve consegnare, purtroppo è soggetto a questo problema. La nostra idea è quella di riqualificare tutti i locali dismessi dei piccoli centri, come garage o altro, così da essere usati come deposito. Grazie all’impiego di persone con disabilità cognitiva, aiutati in un primo tempo da un mediatore e da un particolare dispositivo che noi abbiamo realizzato grazie al supporto della ST Microelectronics di Catania, i ragazzi possono localizzare i posti difficili da raggiungere per un corrieri e consegnare la merce. Se ci si sbaglia, il supporto trasmette un segnale tipo vibrazione. Con questo dispositivo, dunque, non solo dai lavoro a presone con disabilità, ma anche un valido aiuto allo sviluppo cognitivo. Dopo qualche tempo, la persona riuscirà a lavorare in modo autonomo”.


Slow delivery Friends è un concetto rivoluzionario, che va contro tutto ciò che fino ad oggi noi abbiamo imparato a pensare: “Noi diamo valore al tempo. Siete disposti ad acquistare un servizio più lento, ma che dà la possibilità di inclusione sociale? In un mondo in cui la velocità regna sovrana, questo progetto ci potrebbe insegnare che possiamo pagare un servizio perché diverso, alternativo”.
Un grande onore per questa scuola, che potrà rappresentare l’Italia in America. Gianluca Marletta, a questo proposito, annuncia: “Noi andremo con il tricolore sulle spalle”.

Chiunque voglia supportare il progetto con un voto di preferenza può farlo cliccando il seguente link:

https://forms.gle/jBrrTA6iXhm3BpBE7

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