Dibattito attorno al dichiarato dissesto. Fra critiche ed aperture le voci della politica in campo

La dichiarazione del dissesto finanziario non è arrivata come un fulmine a ciel sereno. Da giorni, se non da settimane, nell’aria si intuiva che qualcosa di serio stesse accadendo nelle stanze di palazzo San Domenico. E martedì sera è stato messo nero su bianco su un atto deliberativo al quale la dirigente del settore, Ketty Di Martino, ha lavorato parecchio per portare sul tavolo della giunta cifre e motivi per dichiarare il dissesto finanziario dell’ente. In una Modica che si sta chiedendo cosa sia accaduto per accumulare debiti su debiti le ore dopo l’approvazione della delibera di giunta arrivano i primi commenti.

I primi ad intervenire i nove consiglieri di maggioranza vicini alla giunta Monisteri.

Sono gli stessi consiglieri che alla fine di novembre dello scorso anno avevano firmato un’interrogazione chiedendo spiegazioni sull’intervento sia della Corte dei Conti che della dirigente del settore finanziario. Piero Armenia, Michelangelo Aurnia, Fabio Borrometi, Margherita Cascino, Cristina Cecere, Giorgio Civello, Neva Guccione, Mariacristina Minardo e Daniela Spadaro si dicono “né sorpresi né impreparati all’avvio dell’iter del dissesto da parte della giunta”, anzi lo definiscono un atto “doveroso e di responsabilità nei confronti della città”, confermano “il totale sostegno al sindaco Monisteri che ha anche atteso eventuali interventi legislativi di carattere nazionale” e sostengono in ultimo che “la decisione, sebbene dolorosa, era inevitabile e rappresenta un’opportunità per la nostra comunità, offrendo la possibilità di risolvere problemi strutturali, che con una gestione trasparente e responsabile permetterà di restituire la stabilità finanziaria e la fiducia dei nostri cittadini nei confronti dell’ente”.

Vito D’Antona di Sinistra italiana, profondo conoscitore della situazione finanziaria del Comune di Modica, non risparmia il suo “bo ricìa”.

“Non una scelta, ma una strada obbligata dettata dall’ultimo intervento della Corte dei Conti, da una relazione del dirigente finanziario del Comune e da una richiesta del Commissario ad acta per il bilancio – afferma D’Antona – un fatto storico e senza precedenti per la città, la quale si vedrà costretta per i prossimi anni ad una politica finanziaria restrittiva finalizzata a riequilibrare i propri bilanci, con possibili conseguenze negative per i cittadini in termini di erogazione di servizi e pagamenti per i fornitori. Un disavanzo di circa 125 milioni di euro, in continua crescita negli ultimi tre anni e raddoppiato rispetto a quello del 2020, debiti fuori bilancio per oltre 23 milioni di euro, 135 milioni di euro di crediti di difficile esigibilità, sono questi alcuni dati che rappresentano la gravissima crisi finanziaria del nostro Comune”. Da Sinistra Italiana il j’accuse: “negli ultimi 11 anni siamo rimasti inascoltati quando dall’opposizione abbiamo denunciato la sottovalutazione della situazione finanziaria, lo smantellamento dell’ufficio tributi, la costante mancanza di azione per la riscossione delle entrate, crollata ai minimi storici, l’espansione senza controllo della spesa, l’ampliamento della anticipazione di cassa con il pagamento di centinaia di migliaia di euro di interessi, i ritardi e i commissariamenti dei bilanci, tutti fatti oggetto di rilievo da parte della Corte dei Conti – conclude D’antona – per i prossimi anni occorre una politica finanziaria rigorosa”.

Dal coordinatore cittadino di “Sud chiama Nord”, Giovanni Cavallo, l’auspicio di un “cambio di passo” del sindaco Monisteri.

“Le conseguenze del dissesto hanno un impatto pesante sulla comunità, sui creditori e sulla vita dell’ente, anche se l’azione

amministrativa ordinaria potrà procedere senza stress e soprattutto senza la possibilità di creare ulteriori gravami finanziari considerato il controllo e i limiti a cui l’amministrazione dovrà sottostare – afferma Cavallo – la lunga seduta della giunta comunale ci dà l’impressione che ci sia stata una lunga trattativa, alla fine è sfociata in una sorta di accordo tra l’onorevole Abbate e il sindaco sul mantenimento dell’attuale compagine di governo della città. Noi, invece, riteniamo e ci aspettiamo un vero cambio di passo del Sindaco”.

Forza Italia è caustica, tende la mano ed auspica che il sindaco convochi un tavolo politico con tutte le forze del centrodestra al fine di individuare un percorso condiviso.

“Certificato il dissesto del nostro Comune, ci troviamo di fronte a una sfida senza precedenti. La situazione economico-finanziaria è critica e richiede interventi tempestivi e decisivi per garantire la stabilità e il futuro dei nostri servizi e delle nostre comunità. È in questo contesto che riteniamo fondamentale che l’attuale Sindaco debba invocare il supporto di tutte le forze politiche, soprattutto di quelle che hanno ruoli di governo sia a livello regionale, come Forza Italia con il nostro Presidente Schifani che nazionale, affinché possano fornirci la mano necessaria per affrontare questa emergenza – scrivono in una nota i forzisti – è fondamentale che il nostro comune acceda a fondi straordinari esterni, provenienti sia dalla regione che dal governo nazionale. Questi fondi, se gestiti con attenzione, trasparenza e in discontinuità con i metodi attuati nel recente passato, possono contribuire a dare un sostegno importante alle attività locali in quella che si prospetta, nel prossimo futuro, come una inevitabile depressione economica del territorio. L’inserimento poi di esperti e tecnici nella giunta può fornire un valore aggiunto nella pianificazione e implementazione di un piano di risanamento”.

Per l’ex sindaco Antonello Buscema è necessario guardare il passato.

“Il sindaco Monisteri tende ad intorbidare ancora una volta le acque, facendo riferimento ad una generica, diffusa ed impalpabile responsabilità di tutti gli amministratori che in tantissimi anni si sono succeduti – afferma Antonello Buscema – ma non si può mettere sullo stesso piano il comportamento di chi come me, nel dicembre del 2012, ritirò la propria candidatura alle primarie del PD, passo necessario per partecipare alle imminenti elezioni politiche, al fine di poter garantire la propria presenza ed il proprio contributo, in consiglio comunale e nella città, nei giorni in cui si doveva approvare il piano di riequilibrio salvando il Comune dal dissesto incombente; e chi ha finalizzato interamente il proprio operato, in qualità di sindaco, per quasi dieci anni, alla ricerca del consenso in vista delle elezioni regionali. Non si può equiparare chi ha fatto arrivare alle casse del Comune circa 64 milioni di euro per pagare i creditori e chi non è nemmeno riuscito a spenderli interamente questi fondi, fino al punto di vedersi costretto a restituirli in parte alla Cassa Depositi e Prestiti, mentre nuovi debiti, maggiori dei precedenti, si andavano consolidando. Non si può affermare che ha agito con la stessa cura chi come me e la mia amministrazione, dal 1°gennaio 2013, il giorno dopo la sua approvazione, cominciò ad attuare il piano di riequilibrio con grandi sacrifici, e chi, appena eletto, decise di farne un altro, approvato dopo anni e quindi inapplicabile ed inefficace nei fatti”.

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