DIMISSIONI DEL MINISTRO TEDESCO PER UNA TESI PARZIALMENTE COPIATA

Leggo sui giornali che il dottor Karl-Thedoro zu Guttenberg, ministro della Difesa tedesco, si è dimesso perché accusato di aver copiato parte della sua tesi di dottorato universitario. Forse non ho capito bene la notizia apparsa su tutti i giornali e siti Internet e quindi provo a rileggerla, nel tentativo di capirne di più.

A parte il nome dell’esponente governativo della vicina (e però molto lontana) Germania, che rimarrà tanto affascinante (leggo che si tratta dell’esponente brillantissimo di una antica famiglia aristocratica tedesca) quanto impossibile da comprendere per me, la notizia, riletta più volte, è proprio questa: il ministro della Difesa del maggiore e più importante paese europeo, terzo o quarto al mondo, si è dimesso dalla carica perché un giornale ha dimostrato che parte della sua tesi per il dottorato di ricerca risulta copiata.

A parte la facile battuta di qualcuno sul fatto che un politico italiano non potrebbe copiare anche solo parte della tesi di dottorato non avendo nemmeno la tesi di laurea (e comunque non sarebbe questo il caso, essendo l’omologo italiano, Ignazio La Russa, laureato in Giurisprudenza ed avvocato), quanto subito salta agli occhi (ed infatti la notizia non è stata molto diffusa e comunque è rimasta poco tempo disponibile ai lettori) è il fatto che un gentiluomo (che però ha copiato, monellaccio) di 39 anni, ricco e bello, con davanti un futuro brillante grazie anche ad un glorioso passato familiare, decide di dare un taglio a tutto ciò, di dire addio alla carriera politica, di sputtanarsi davanti l’intera nazione (ed involontariamente sputtanare la sua primo ministra Angela Merkel che lo aveva difeso davanti le richiesta di dimissioni provenienti dall’opposizione) per aver copiato parte di una tesi di dottorato.

Appare del tutto inevitabile il confronto, il paragone, la comparazione con quanto avviene dalle nostre parti. Qui non si dimette mai nessuno. Nemmeno un ministro ai Beni Culturali che guarda passivamente il crollo di Pompei, ovvero la più importante e frequentata area archeologica del mondo. Proprio oggi il serafico Bondi ha scritto al Giornale, il quotidiano di famiglia, riferendo che sta effettivamente pensando alle dimissioni dalla carica di ministro. Ma non per i fatti gravissimi che stanno distruggendo il patrimonio artistico e culturale del paese, ma “solo” per motivi politici, perché la maggioranza governativa pare non lo appoggi in pieno (e meno male, aggiungo io, chè se fosse appoggiato il ministro si sentirebbe più sereno e potrebbe sopportare filosoficamente, lui grande poeta, il crollo e la dispersione di tutto quanto lo circonda a Roma e nel resto della Penisola.