DOMANI IL “GIORNO DEL RICORDO”.

 

“Dopo oltre settant’anni dall’inizio dei tragici eventi che hanno causato oltre 15.000 morti infoibati e 350.000 esuli dalle terre italiane dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia finalmente da qualche tempo, dopo decenni di colpevole oblio, si parla sempre più spesso di Foibe e del Giorno del Ricordo dei martiri delle Foibe e degli esuli Istriani Fiumani e Dalmati, istituito nel 2004, con la Legge n. 92”. E’ quanto rileva il presidente dell’associazione “Ragusa in Movimento”, Mario Chiavola, il quale evidenzia, però, che, come ogni anno, anche stavolta l’Amministrazione comunale ha dimenticato di mettere in rilievo la giornata del 10 febbraio nella maniera più opportuna, magari promuovendo una conferenza o un incontro. “Nota di merito, invece – aggiunge Chiavola – al liceo scientifico “Enrico Fermi” che ha promosso per domani una iniziativa di approfondimento.  Ad oggi, quindi, c’è ancora tanto da lavorare per fare conoscere questi tragici eventi”. Con il termine infoibati si suole annoverare anche i fucilati, gli annegati, o i tanti lasciati morire di stenti e malattie nei campi di concentramento jugoslavi. Inoltre, la logica del terrore messa in atto da Tito ebbe un ruolo determinante nell’indurre centinaia di migliaia di cittadini italiani residenti in Istria e Dalmazia ad abbandonare le proprie case, il proprio lavoro e i propri averi e scegliere la strada dell’esodo. Furono 350.000 gli italiani che da quella piccola penisola istriana esiliarono con i treni messi a disposizione dallo Stato italiano e con il mercantile “Toscana” per poi essere destinati ai Crp (Centri raccolta Profughi) dislocati in tutta la penisola italiana. “Il 30 marzo 2004 – dice ancora Chiavola – venne approvata la Legge n° 92 che istituisce il Giorno del Ricordo.  Ancora oggi, però, il maresciallo Josip Broz detto Tito è insignito di una delle più importanti e significative onorificenze della Repubblica Italiana ed esattamente di “Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana” consegnata nel 1969 dall’allora presidente della Repubblica Giuseppe Saragat in occasione di una sua visita a Belgrado.  A dieci anni dall’Istituzione del “Giorno del Ricordo” il neopresidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, ha l’obbligo civile, oltre che etico, di revocare immediatamente questa vergognosa onorificenza in nome di una pacificazione nazionale che tutt’oggi stenta a compiersi e di una rilettura della storia che sia obiettiva e non asservita al potere politico”.