l 25 Novembre ricorre la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.
L’Anffas Onlus di Modica, sensibile a questa tematica, ha chiesto a due amiche particolarmente vicine all’Associazione di raccontare in poche righe che cosa significhi per loro essere donne ed avere una disabilità nella vita di tutti i giorni.
Questa la prima riflessione: “Affrontare le vicissitudini della vita di tutti i giorni non è semplice per un “normodotato”, figuriamoci per un una ragazza con disabilità.
Io nella mia vita mi sono trovata ad affrontare tante difficoltà, ma fortunatamente ho sempre superato qualsiasi ostacolo mi si è presentato davanti grazie alla mia forza di volontà e grazie all’aiuto delle persone che mi sono vicine.
Quando ero piccolina, già ai tempi della scuola, ho dovuto ingoiare bocconi amari per via della cattiveria della gente che, non appena mi vedeva, iniziava a parlare male di me e a prendermi in giro, molto spesso dicendomi in faccia quello che pensava.
Inizialmente questa situazione mi faceva stare male, infatti tornando a casa ne parlavo con i miei genitori e loro mi dicevano sempre di non stare a sentire quello che gli altri avevano da dire, ma lasciarli parlare e basta.
Crescendo le cose sono iniziate a cambiare: mentre prima stavo zitta di fronte alle cattiverie sul mio conto, crescendo, tendevo invece ad aggredire chi mi prendeva in giro e non m’importava che si trattasse di un/a ragazzoa come me o di un adulto.
Oggi affronto la mia vita con serenità portando avanti quello che mi piace fare, cioè finire gli studi, fare sport e volontariato.
La cosa più importante per me è di fare il possibile per aiutare chi si trova in difficoltà.”
Ecco invece la riflessione della nostra seconda amica: “Quando si nasce, si inizia a crescere e quindi a diventare donne, progettando la propria vita e il proprio futuro, l’incontrare persone con disabilità non ci fa mai venire in mente che potrebbe toccare a noi, e che noi un giorno potremmo trovarci al loro posto.
La mia disabilità è comparsa in giovane età, poco dopo il matrimonio e la nascita di mio figlio.
Non pensavo che diventando disabile avrei incontrato tanti problemi, tante persone che ti giudicano e ti fanno domande stupide; ogni tanto non le considero, anche se le parole che dicono mi fanno male.
Non pensavo che il mondo della disabilità fosse così duro e difficoltoso; ci sono momenti brutti, ma anche momenti belli che mi riempiono di gioia.
È brutto che un figlio abbia una mamma con disabilità e che non l’accetti, mi dispiace che soffra in silenzio, è stato brutto essere lasciata da mio marito per questo motivo.
Grazie ai miei genitori e grazie a me stessa e agli amici, grazie a un’Associazione che si occupa disabilità in cui sono volontaria, ho capito come affrontare la disabilità.
Con il mio sorriso affronto giorno per giorno la mia disabilità, cercando di trovare la mia libertà perché essere liberi significa vivere”.