Il ritorno della Madonna della Medaglia. Dopo due anni di attesa. Ieri pomeriggio, dalla Cattedrale, l’uscita dell’artistico simulacro della compatrona della città di Ragusa. Un momento salutato con grande giubilo da devoti e fedeli. Un momento che ha rinnovato un patto di fiducia tra la comunità iblea e la Madre celeste.
La processione per le vie del centro storico ha poi regalato un segnale di speranza a tutti coloro che sono andati al seguito dell’artistico simulacro per sperare in un ritorno pieno di normalità dopo il lungo periodo dell’emergenza sanitaria. “Abbiamo chiesto alla comunità – ha detto don Giovanni Filesi, vicario parrocchiale a San Giuseppe artigiano, durante l’omelia della celebrazione eucaristica che ha anticipato l’uscita del simulacro – la preghiera personale per le vocazioni. Chiediamo al Signore vocazioni per la nostra Chiesa, per il mondo, affinché attraverso i suoi ministri possa continuare la sua opera.
La vocazione che nasce dall’impegno di una persona malata è santa in quanto fondata sul sacrificio e l’immolazione dei nostri fratelli. Voglio ringraziare gli operatori dell’Unitalsi, qui presenti, che si spendono per i fratelli che vivono nel corpo la sofferenza di Gesù”. Il parroco della Cattedrale, il sacerdote Giuseppe Burrafato, ha invitato i fedeli a partecipare alla processione con le candele accese. Il corpo bandistico “San Giorgio – Città di Ragusa” ha accompagnato la processione mentre l’impresa ecologica Busso Sebastiano ha provveduto a garantire un minimo di decoro nelle aree interessate dal passaggio del corteo religioso. Al rientro della processione, l’assistente spirituale dell’ospedale Giovanni Paolo II, il sacerdote Giorgio Occhipinti, ha celebrato la santa messa.
Il prossimo appuntamento di maggio, mese mariano, è già programmato per il 25 con la celebrazione in Cattedrale, alle 19, della santa messa presieduta da don Roberto Asta, vicario generale della diocesi di Ragusa, nel 65esimo anniversario della morte del venerabile mons. Giovanni Jacono, vescovo di Caltanissetta.
Foto: Salvo Bracchitta