Partecipato con grande commozione dai fedeli, ieri sera, il rito della vestizione dell’Assunta dormiente che ha introdotto, dopo la recita del Rosario, alla celebrazione eucaristica presieduta da don Antonio Maria Forgione, parroco della chiesa di Santa Maria di Betlem. In processione dalla navata centrale il parroco, don Antonio Maria Forgione, accompagnato dai ministranti e dai fedeli che recavano su cuscini di velluto rosso gli oggetti simbolo dei doni di cui Dio ha ricolmato la Vergine, ha adornato, come accaduto negli ultimi cinque anni a questa parte, da quando, cioè, la festa è stata “recuperata”, con gli stessi oggetti il simulacro della “Dormitio Mariae”, facendo rivivere l’antica liturgia della vestizione di Maria Assunta in cielo, in anima e corpo. Traslato, domenica scorsa, dalla navata laterale ai piedi dell’altare maggiore, l’antico simulacro ligneo di Maria dormiente è stato rivestito dal parroco di una palma argentea, di gioielli, di una corona, di uno scettro e di un velo. Ad introdurre il rito della vestizione e ad ogni dono apposto a decoro del simulacro, il coro che ha intonato l’antico canto in latino “Tota pulcra es Maria”, “Tutta bella sei Maria”. La palma argentea, secondo la liturgia, simboleggia il martirio, la Madonna è invocata come la “regina dei martiri” perché per prima si è conformata alle sofferenze del Figlio e gli è rimasta fedele fino alla morte. Le Gioie, orecchini, collana e anello di antica oreficeria, simboleggiano i vestiti più splendenti del Sole di cui la Vergine, dopo l’assunzione in cielo, fu rivestita. E’ la donna vestita di sole, simbolo di Israele, il popolo eletto da Dio a sua dimora. La corona simboleggia quella lucida e splendente più di novantotto soli e lune che denota la regalità di Dio di cui Maria è fatta partecipe con l’Assunzione in cielo. Lo scettro simboleggia la partecipazione di Maria al destino di gloria del figlio. Infine, al termine della messa, sul simulacro è stato riposto un velo dorato a simbolo della beata dormizione di Maria, del suo transito dalla terra al cielo, dell’attesa della sua gloriosa assunzione in cielo. L’omelia, seguita al rito della vestizione, è stata incentrata sull’episodio del ritrovamento di Gesù dodicenne tra i dottori nel Tempio narrato dal Vangelo di Luca, un brano simbolo dell’esperienza di fede che ciascun essere umano sperimenta, un testo in cui, ha sottolineato don Forgione, si susseguono insistentemente i verbi “cercare” e “trovare”, un paradigma del cammino di vita di ogni uomo che, nei momenti di difficoltà, di aridità, di stanchezza, si accorge di aver smarrito lungo il percorso l’essenziale e allora, con affanno, con ansia, si pone alla sua ricerca fin quando non giunge alla consapevolezza che occorre, durante il proprio percorso di vita, adottare un altro punto di vista, orientare la propria ricerca e la propria esistenza all’ascolto della Parola. A conclusione del triduo, questa sera alle 21, il rito del “Transito-Pasqua della Beata Vergine Maria”, con la celebrazione eucaristica che sarà presieduta da mons. Angelo Giurdanella, vicario generale della Diocesi di Noto. Alle 22 seguirà la processione del simulacro ligneo di Maria dormiente e dell’Arca Santa reliquiaria preceduta dalla fiaccolata ed accompagnata dal corpo bandistico della città di Modica lungo via Marchesa Tedeschi, corso Umberto, piazza Corrado Rizzone, e ancora corso Umberto e via Marchesa Tedeschi per il rientro in chiesa, previsto intorno alle 23. A suggellare la conclusione di questa quinta edizione della festa di Maria Ss. Assunta in cielo lo sparo dei giochi pirotecnici.