103 migranti a bordo di una piccola imbarcazione in legno condotta da due scafisti, uno dei quali “professionista”, considerato che era già stato arrestato nel 2011 sempre a Pozzallo.
Le indagini hanno portato al fermo di: SAID Mhamis, nato in Egitto l’11/10/1986 (recidivo), e MOHAMAD ABO LAID Hassan, nato in Egitto il 09.10.1968.
I responsabili del delitto previsto dall’art. 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, concorrevano con altri soggetti presenti in Libia al fine di trarne ingiusto ed ingente profitto, compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.
I migranti provenienti da diversi paesi del centro africa sono stati ospitati presso l’Hot Spot di Pozzallo o subito trasferiti a Trapani.
MODALITA’ DI SOCCORSO IN MARE
Alle ore 17,23 del 18/02/2016 il centro di coordinamento e soccorso di Roma riceveva una chiamata da un numero egiziano che si trovava a bordo di un’imbarcazione con circa 100 migranti. La stessa persona riferiva che a bordo dell’imbarcazione vi era anche un telefono satellitare e che gli stessi si trovavano a bordo di una barca da pesca partita dalla Libia al tramonto. La barca dei migranti subito dopo le operazioni di soccorso della nave della marina militare “Grecale” affondava, considerate le fatiscenti condizioni.
Terminate le operazioni di soccorso e successivo trasbordo sulla Siem Pilot, la nave si dirigeva verso il Porto di Pozzallo dove arrivava alle ore 08.00 del 20/02/2016. Dopo le operazioni sanitarie di rito, iniziavano le operazioni di sbarco, al cui termine i migranti venivano ospitati presso il locale Hotspot.
ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA
La Polizia di Stato ha dovuto gestire questo nuovo arrivo e contemporaneamente le nuove partenze verso altri centri degli ospiti sbarcati in precedenza.
Tra i migranti sbarcati numerosi minorenni egiziani, alcuni giovanissimi, mandati qui dai loro genitori da soli per poter trovare lavoro, così come da loro dichiarato.
Il Funzionario dirigente del servizio di Ordine e Sicurezza Pubblica della Polizia di Stato, con a disposizione decine di uomini, ha dovuto poi coordinare, le immediate partenze, i trasferimenti dal CPSA ad altre regioni e l’accoglienza di centinaia di migranti.
Le operazioni di sbarco non hanno fatto registrare criticità ed è stata prestata la massima attenzione verso i soggetti che avevano bisogno di cure mediche, in particolar modo diverse donne incinte e minorenni.
Alle procedure hanno partecipato 60 Agenti della Polizia di Stato, nonché appartenenti alle altre Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana, Esercito Italiano ed i medici dell’A.S.P. per le visite mediche.
Al riguardo, le attività dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato risultavano complesse, dovendo essere espletate in tempi ristretti, così da permettere anche un immediato invio degli ospiti in altre strutture d’accoglienza.
La Polizia Scientifica ha lavorato consequenzialmente senza sosta per le operazioni di preidentificazione e fotosegnalamento, in considerazione dei nuovi arrivi. In tempi record sono stati identificati i migranti approdati e sono pronti per essere affidati alle comunità ed altri centri.
LE INDAGINI
Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota di Carabinieri e della Guardia di Finanza hanno concluso le indagini in breve tempo ma questa volta sono state più complesse, anche perché uno degli scafisti era recidivo ed aveva istruito molto bene i 103 passeggeri.
Le prime dichiarazioni raccolte risultavano essere tutte false, invenzioni di ogni tipo per cercare di sviare le indagini.
L’esperienza ormai maturata dagli investigatori iblei ha permesso comunque di appurare la verità dei fatti.
Il più giovane dei due fermati era già stato arrestato dalla Polizia nel 2011, segno di una sua professionalità nel compiere i reati.
L’uomo, dopo essere stato fermato nel 2011 era stato condotto in carcere poi, scontata la pena, era stato messo ad disposizione della Polizia di Stato e con ordine del Questore di Ragusa era stato espulso con accompagnamento coatto in Egitto.
Nonostante la pena ed il primo arresto del 2011 ha pensato bene di reiterare il reato ma è stato nuovamente arrestato e questa volta per lui la pena sarà ben più grave.
Nel 2011 era sbarcato direttamente sulle coste iblee, precisamente in una spiaggia a pochi metri dalla celebre casa del “Commissario Montalbano” e per questo era stato arrestato. Inoltre, la Squadra Mobile di Palermo lo aveva catturato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare perché faceva parte di una importante organizzazione criminale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Tutti e 103 migranti, insieme agli scafisti, hanno prima raggiunto l’Egitto, poi sono andati in Libia e da li si sono imbarcati su un natante in legno piccolissimo e fatiscente. Il viaggio è durato 7 giorni, in quanto hanno prima costeggiato tutta la Libia e poi si sono diretti verso l’Italia.
Hanno mangiato pane, riso e bevuto pochissima acqua, quando sono stati soccorsi erano stremati e la barca è subito affondata in quanto in pessime condizioni.
Il viaggio è costato quasi 3500 dollari, così all’organizzazione sono andati .350.000 dollari.
Giunti nel punto di mare convenuto, hanno chiesto i soccorsi per giungere in Italia.
I testimoni hanno permesso alla Polizia di raccogliere inequivocabili elementi a carico dei 2 scafisti.
LA CATTURA
Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanne dell’Autorità Giudiziaria.
BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA
Nel 2016 sono 23 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 150 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.