Queste elezioni amministrative rappresentano per i lavoratori e i cittadini ragusani l’ennesima truffa.
Gli elettori Ragusani si troveranno di fronte a forze politiche perfettamente identiche per quanto riguarda programmi teorici e politiche concrete e soprattutto per la loro disponibilità a servire i soliti noti: palazzinari divoratori di suolo, rappresentati di poteri forti più o meno occulti, padroni straccioni, e speculatori di ogni sorta.
In particolare, nell’area della destra ad oggi, sono presenti 3 candidati Cosentini, Barone, Antoci a sindaco che potrebbero cambiare schieramento, partito, lista senza che questo provecherebbe nulla: tutti e tre si muovono sui binari precedentemente tracciati dall’amministrazione Di Pasquale e nessuno dei tre li potrà “scartare”, asse portante dei programmi infatti sono ancora una volta “le mani sulla città”.
Lo schema è sempre il solito, i finanziamenti Europei vengono rappresentati come un opportunità imperdibile, una sorta di dono divino da cogliere costi quel che costi, in maniera acritica senza tanto sottilizzare sul loro uso: e così si arricchiscono gli imprenditori innaffiandoli di comunità europea e s’impoveriscono sempre di più i lavoratori e i cittadini comuni, privandoli di beni comuni e sociali (così è stato con il porto turistico, la riserva del fiume Irminio, le speculazioni edilizie degli ultimi dieci anni, l’approviggionamento idrico cosi sarà con la vallata Santa Domenica, e con ciò che resta di terreno agricolo attorno alla città). Da una parte si tagliano i servizi sociali, si aumentano le tasse sui servizi e dall’altra si spendono vagonate di euro per inutili fronzoli.
Tra tutti Giovanni Cosentini, a cui il Partito Democratico pagherà un enorme cambiale in termini di credibilità politica e di contraddizioni con la base elettorale, rappresenta al meglio la continuità con lo sperimentato modello Di Pasquale sempre con un occhio di riguardo verso i poteri forti e verso la chiesa e il mondo delle cooperative, un modello economico culturale e sociale che ha garantito al meglio il continuo sfruttamento dei lavoratori, e l’aggravarsi delle condizioni di povertà per chi è rimasto indietro, un modello di società paternalistico che da una parte favorisce i più forti e dall’altra garantisce generose pacche sulle spalle ai più deboli.
Franco Antoci, da buon vecchio democristiano, ha amministrato la provincia quasi senza opposizione. Anch’egli, di cui si ricorderanno solo le associazioni amiche che in questi anni hanno ricevuto contributi a pioggia dalla ormai defunta Provincia Regionale, insiste sul refrain della “buona amministrazione” fatta di urbanistica e centri storici, di piani particolareggiati e fiscalità nuova: insomma la solita vecchia ricetta dei soldi ai palazzinari e delle tasse aumentate per i cittadini comuni.
Barone è il vero funambolo dello scenario ragusano finora cresciuto all’ombra di DiPasquale e di Cosentini tenta di mettersi in proprio impostando la sua campagna elettorale contro l’amministrazione Dipasquale di cui lui era assessore! promettendo addirittura il socialismo in un comune solo (a tratti esilarante l’intervista televisiva in cui sostiene che i disoccupati saranno assunti dal comune per continuare il loro lavoro, “se uno è imbianchino farà l’imbianchino per il comune”).
Dalla parte del centro sinistra le cose del resto non vanno meglio: Giovanni Iacono parte già col fiato corto, superstite dalla debacle ingroiana, orfano di qualunque riferimento politico credibile, punta tutto sul voto di protesta del PD: alla caccia di un voto che non gli appartiene nè per orientamento politico né per blocco sociale di riferimento.
Da parte nostra abbiamo chiesto a questo cartello elettorale di sinistra di attuare un fronte comune sui reali bisogni dei cittadini ragusani. Per questo abbiamo aderito alla loro proposta di petizione popolare per istituire un registro delle unioni civili nel nostro comune. Cercheremo sempre la massima unita’ su tutti i temi che possono creare un miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini ragusani. Un unita’ d’azione con tutte le forze della sinistra su temi che interessano il lavoro e i diritti, rimanendo sempre indipendenti rispetto a queste forze politiche. Assieme, quindi, lavoreremo su questa raccolta firme senza che questo comporti confusione e fraintendimenti sulla nostra totale autonomia politica da questa lista civica.
Sul movimento 5 stelle si è già detto, ma basti qui citare le vicissitudini della giunta “modello” Pizzarotti di Parma: dopo le roboanti promesse elettorali siamo alle solite: sistema clientelare, devastazione dell’ambiente, tagli dei servizi e dei diritti, restringimento degli spazi democratici, servizio impeccabile per il capitale. M5S ha già dimostrato di che pasta è fatto, i lavoratori sono avvisati…
Il Partito Comunista chiede a tutti gli elettori sinceramente di sinistra e a tutti gli lavoratori di astenersi da tale teatrino. Invita tutti ad una mobilitazione prolungata dei lavoratori, precari, disoccupati, attorno ad una piattaforma rivendicativa unificante che risponda unicamente alle loro esigenze. Noi non saremo presenti a queste elezioni ma, saremo presenti nelle lotte, cosi’ come abbiamo fatto alcuni mesi fa’ contro il taglio dei servizi sociali. Continueremo ad organizzare i disoccupati, i precari, i lavoratori tutti per strappare con la lotta le cose che ci spettano. Non saremo presenti in consiglio comunale ma nelle piazze. Saremo l’unica vera opposizione che dal basso e con le lotte puo’ strappare risultati positivi. Solo in questo modo si puo’ ricostruire una sinistra d’opposizione che non abbia l’intento di gestire il presente ma l’intento di abbattere lo stato di cose esistenti.
Solo la rivoluzione cambia le cose.