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Dure parole del Vescovo di Ragusa sulla crisi di Versalis: “Si stanno sottovalutando le conseguenze”. Poi, lancia un appello

Durante l’omelia del Pontificale dell’Immacolata, il Vescovo di Ragusa, Monsignor Giuseppe La Placa, ha espresso profondo rammarico per l’assenza di rappresentanti del Governo Regionale al tavolo svoltosi a Roma, convocato per discutere la crisi dello stabilimento Versalis di Ragusa.

La situazione critica di Versalis

Monsignor La Placa ha sottolineato come la chiusura di Versalis comporterebbe gravi ripercussioni non solo per i dipendenti diretti, ma anche per l’ampio indotto generato dall’impianto, che include autoriparatori, distributori di carburante, assicuratori e altre attività locali. La perdita di posti di lavoro e il rischio economico per molte famiglie della provincia rappresentano una crisi sociale e produttiva di grande entità.

Appello alla politica e alle istituzioni

Il Vescovo ha rivolto un forte richiamo alle istituzioni locali, regionali e nazionali – affinché collaborino in modo interistituzionale per trovare soluzioni sostenibili e concrete. All’Eni – per ripensare il piano di trasformazione e rilancio della chimica con un approccio che non sia guidato esclusivamente dal profitto a breve termine, ma dal rispetto del bene comune. Ai politici locali – invitandoli a un maggiore coraggio e determinazione nel rappresentare il territorio e i suoi lavoratori.

Appare evidente – ha denunciato – che si stiano sottovalutando, sia da parte dell’Eni e del Governo centrale, come anche da parte di quello regionale, le devastanti conseguenze che una politica miope di deindustrializzazione produrrebbe sul nostro territorio. Mi ha molto sorpreso e rammaricato l’avere appreso che nessun politico del nostro Governo Regionale, nei giorni scorsi, pur essendo stato invitato, abbia partecipato al tavolo che si è tenuto a Roma presso il Ministero.”

Il ruolo della transizione ecologica

Monsignor La Placa ha evidenziato che la chiusura dello stabilimento rappresenterebbe una politica miope di deindustrializzazione, che non tiene conto delle opportunità offerte dai fondi per la Coesione territoriale e la Transizione ecologica. Ha auspicato nuovi investimenti per Ragusa, in modo da garantire un futuro produttivo sostenibile e solidale per il territorio.

L’appello del Vescovo è un invito a tutte le componenti della società a lavorare insieme per evitare un collasso sociale e garantire dignità e stabilità alle famiglie coinvolte, trasformando la crisi in un’occasione di rilancio e sviluppo per l’intera comunità ragusana.