E’ INIQUO STABILIRE PER LEGGE LIMITI DI ETÀ RIGIDI OLTRE I QUALI NON È PIÙ POSSIBILE ESSERE ASSUNTI

Ampliare fino a 35 anni di età la platea dei giovani che possono essere assunti con l’incentivo alle aziende  e nel caso il soggetto da assumere abbia uno o più figli a carico elevare l’età al di sopra dei 35 anni.

E’ quanto l’on. Nino Minardo ha chiesto al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali in un’interrogazione dove evidenzia che è troppo stretta la platea di giovani, fissata dalla legge 99 del 9 agosto 2013, che può essere assunta fino a 29 anni mentre sarebbe opportuno ampliarla fino all’età di 35 anni ed anche oltre.  Se da una parte le  agevolazioni  incoraggiano l’assunzione dei giovani e il loro inserimento lavorativo, sottolinea Minardo,  dall’altra  però, finiscono per penalizzare eccessivamente chiunque superi anche di poco quei limiti di età. Per il parlamentare nazionale ibleo a prescindere dal valore numerico del limite di età è proprio il principio generale che è sbagliato. E’ iniquo, infatti, stabilire per legge limiti di età rigidi oltre i quali non è più possibile ottenere una certa tipologia di contratto.

La norma in questione ha previsto un incentivo, in via sperimentale, per i datori di lavoro che assumono in forma stabile ( con contratto a tempo determinato) giovani tra i 18 e i 29 anni di età che rientrino in particolari condizioni. Per l’on. Minardo è indispensabile rivedere questa norma che agevola notevolmente gli imprenditori sperimentandola ad esempio per altri due anni rivedendone i criteri per l’assunzione ed in particolare:

–  innalzare l’ età del soggetto assunto fino al compimento del 35esimo anno di età e nel caso, il soggetto abbia uno o più figli a carico, di elevare l’età al di sopra dei 35 anni;

– rivedere  il criterio degli aventi diritto da estendere ai disoccupati e disoccupati diplomati.

Tutto ciò anche, conclude l’on. Minardo,  in considerazione del fatto che oggi si entra nel mondo del lavoro sempre più tardi, molti giovani a 29 anni non hanno un bagaglio di esperienza lavorativa sufficiente o addirittura inesistente e molte persone hanno perso il loro impiego proprio in relazione alla grave crisi economico-sociale che sta attraversando il Paese. E’ fondamentale, quindi, attuare quanto detto per tutelare quella fascia lavoratori che hanno più di trent’ anni e con uno o più figli a carico; una categoria di cittadini a quanto pare “completamente dimenticata” dalle leggi vigenti.