Dalla sua battaglia è nato il Centro Risvegli Ibleo. Aveva, durante questi anni, scritto più volte lettere e documenti accorati. Una di queste era stata destinata al presidente Napolitano. Eccone uno stralcio.
“Gentilissimo Presidente,
sono il padre di una giovane ragusana di 27 anni in stato vegetativo persistente. Come tanti familiari di persone gravi e gravissime, sto sostituendo, insieme a mia moglie, da anni un welfare che si nasconde dietro la mancanza di coperture economiche permettendo allo Stato di risparmiare somme ingentissime.
A Ragusa mancano purtroppo i centri per gravi che, oltre a curare questo tipo di malati, potrebbero anche provvedere a riabilitarli per evitare retrazioni tendinee, piaghe da decubito, blocchi articolari e quant’altro. Per questo motivo io e mia moglie, 24 ore su 24 ore al giorno, da anni adottiamo la sanità “FAI DA TE” nel reparto ospedaliero con un solo posto letto quale è diventato il nostro domicilio e curiamo nostra figlia come possiamo. E’ da quattro anni che faccio la seguente domanda alle famiglie ragusane e ai politici :”Vi siete chiesti, dove possiamo ricoverare i nostri cari, se ci ammaliamo, anche per un periodo limitato di tempo e non possiamo accudirli? Ci sono le strutture?”
La risposta è no! Nemmeno un posto letto per gravi in tutta la Provincia!”.
Poi la nascita del centro specializzato ma per Sara non mai arrivato il risveglio. Tutto inizio’ una brutta sera del febbraio 2006: Sara Dinatale, studentessa universitaria, mangia una polpetta infarcita di carne trita acquistata presso un macellaio di Catania. Non aveva ancora finito di ingoiare la carne che Sara, figlia primogenita dei proff. Gabriella Occhipinti e Luciano Dinatale, ragusani, presenta segni di malessere ed entra in coma. A nulla sono valsi gli aiuti delle compagne di abitazione di Sara ( tutte studentesse universitarie a Catania ); a nulla è valso l´intervento di un´ambulanza immediatamente intervenuta. Per alcuni attimi, per alcuni lunghissimi attimi il cervello di Sara non ha ricevuto ossigeno e il danno è stato irreversibile: da allora Sara è entrata in coma vegetativo.
Sara ha vissuto 10 anni in coma. Gabriella e Luciano si sono consumati lentamente, vegliando la figlia immobile, aspettando che si realizzasse, da un momento all´altro, il miracolo
Luciano si è impegnato, ha mostrato una forza da leone ( lui, che pure aveva subito poco prima un feroce infarto ), ha scritto a politici,a sindaci, a ministri, al Papa, chiedendo un intervento risolutivo per i pazienti in coma irreversibile, sperando nella creazione di un centro per lungodegenti, anche a Ragusa. Ha animato mille battaglie, mille raccolte di firme, innumerevoli petizioni, tante raccolte di fondi. Ha contattato un altro eroico genitore, Peppino Englaro, che lo ha sostenuto con il suo immenso affetto, bagnato dalle lacrime del dolore per l´immenso amore per la figlia, in coma vegetativo per 17 anni.