E’ morto Salvatore Carpintieri, sindacalista. Negli anni Novanta fu sindaco di Ispica per un anno

Politico e sindacalista dalle belle battaglie, quelle pure senza l’arroganza. Sentimento, questo, che Salvatore Carpentieri non conosceva. Ha iniziato la sua vita politica negli anni Ottanta entrando a fare parte della segreteria provinciale del Pci. Nel momento della transizione Pci-Pds è stato l’unico in Italia ad essere eletto segretario provinciale Pds-Ds nonostante appartenesse alla mozione Bassolino, quella di minoranza, mettendo insieme, quindi, in provincia tutte e tre le anime delle mozioni. Un’elezione all’unanimità, negli anni Novanta, che ha fatto storia per la presenza di tre mozioni che si misuravano sulla leadership. Negli anni Duemila è approdato al sindacato provinciale dapprima in quello della Fillea-Cgil e poi in quello della Flai-Cgil. Successivamente è andato alla Segreteria provinciale. Il suo lavoro ed il suo impegno all’interno del massimo organismo sindacale in provincia era quello di responsabile dell’organizzazione, una delle deleghe più importanti. Negli ultimi anni della sua presenza nel sindacato della Cgil è stato responsabile provinciale dell’Inca, la struttura previdenziale della Cgil.

Il rigore morale di uomo, politico, studioso e sindacalista.

Nel ricordo di Nicola Colombo, amico di sempre. La voce di Nicola Colombo a tratti è di grande commozione. “Uomo coerente Salvatore, di grande rigore morale, di una capacità riflessiva non comune nel rapporto con gli avversari, con gli altri politici e sindacalisti che non vedeva nè come nemici e nè come rivali – racconta l’amico Nicola Colombo – fermo sui principi nel rapporto con l’altro. Per quanto potevamo avere idee diverse dal punto di vista dell’appartenenza  andavamo d’accordo. In lui ammiravo la coerenza che non lo lasciava mai. Ci sentivamo molto uniti. Amava il mare, la natura, la campagna. Le sue passeggiate a Cirica in riva al mare, la sua passione per i fumetti e per il calcio era nota a tutti soprattutto a me con il quale ho vissuto quarant’anni della sua e della mia vita. Salvatore è un fratello che manca, sento come se mi sia venuto a mancare un ‘arto’. La sua modestia? Un pregio: seppure avesse potuto avere incarichi sindacali importanti a livello regionale e nazionale amava lasciare spazio ai giovani. Uomo, politico e sindacalista riflessivo e perfezionista: scriveva, leggeva, limava e rileggeva. Il tutto anche a rischio di perdere la battuta della tempistica. La moralizzazione in cui ha sempre creduto e puntato lo hanno reso e lo rendono, ora nel ricordo, uomo perbene. Io amo ricordarlo e definirlo il Carpintieri umile”. Ora l’ultimo saluto al Cimitero di Ispica, la sua città, domani alle 17. 

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it