Fino ad ora, anche se è difficile da credere, l’inquinamento dell’aria (nel suo complesso) non è stato ritenuto “ufficialmente” cancerogeno. Ad annunciarlo è stato un istituto facente parte dell’OMS, lo IARC, che si occupa di studiare le cause dei tumori. L’Organizzazione Mondiale della Sanità si è espressa dopo aver valutato più di 1000 studi scientifici provenienti da tutto il mondo. Questi studi epidemiologici (eseguiti su campioni di milioni di persone) dimostrano la correlazione tra la cancerogenicità e vari inquinanti presenti nell’aria quali il particolato e l’inquinamento connesso ai trasporti che sono ora classificati nel gruppo1 fra le sostanze cancerogene per l’uomo, allo stesso livello di amianto, plutonio, radiazioni ultraviolette e fumo di tabacco. In particolare, la letteratura scientifica mondiale prova che l’esposizione all’inquinamento dell’aria provoca il tumore polmonare e alla vescica.
Gli esperti spiegano: «Il nostro compito è stato quello di valutare complessivamente l’aria che respiriamo piuttosto che concentrarsi su specifici inquinanti atmosferici. I risultati degli studi esaminati puntano tutti nella stessa direzione: il rischio di sviluppare il cancro ai polmoni è significativamente aumentato nelle persone esposte all’inquinamento dell’aria». «Ora sappiamo che l’inquinamento dell’aria esterna non è solo un importante rischio per la salute in generale, ma anche una causa ambientale di decessi per cancro». Lo IARC ha dichiarato che nel 2010 i morti per tumore polmonare, provocati dall’esposizione all’inquinamento atmosferico, sono stati circa 223000 in tutto il mondo.
Di questi giorni è anche il rapporto 2013 ‘La qualità dell’aria in Europa’, dell’ Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA). I dati rivelano che «fino al 96 % degli abitanti delle città è esposto a concentrazioni di particolato fine (PM 2.5) superiori ai limiti delle linee guida dell’OMS e fino al 98 % esposto a livelli di ozono troposferico (O3) superiori alle linee guida dell’OMS. Un numero inferiore di cittadini UE è stato esposto a concentrazioni di PM2.5 e O3 superiori ai limiti o agli obiettivi stabiliti dalla legislazione UE. Tali limiti o obiettivi UE in alcuni casi sono meno severi rispetto alle rispettive OMS». In questo rapporto si sono anche analizzati i danni ambientali dell’ eutrofizzazione a cui vanno incontro gli ecosistemi per una eccessiva quantità di azoto (derivante in particolare dai processi agricoli). Il direttore dell’AEA Hans Bruyninckx auspica norme più severe: «L’inquinamento atmosferico sta causando danni alla salute umana e agli ecosistemi. Un’ampia parte della popolazione non vive in un ambiente sano secondo gli standard attuali. Per avviare un percorso che porti alla sostenibilità, l’Europa deve essere ambiziosa e rendere più severa l’attuale normativa».
Sono tali e tante le prove della tossicità degli inquinanti ambientali che i Governi non possono più far finta di non sapere; in più ci sono numerosissimi ed altrettanto efficaci modi per ridurre l’inquinamento atmosferico e data l’entità della esposizione che colpisce le persone in tutto il mondo, questi dati dovrebbero essere sufficienti ad inviare un segnale forte alla comunità internazionale affinchè si intervenga.
Normativa Europea Air Quality Standards – EU
Dati relativi all’Italia della European Environment Agency Italy air pollution country fact sheet
di Francesco Giongrandi