Ci sarebbe un presunto caso di razzismo dietro ad un episodio decisamente vergognoso, se venisse confermato così come è stato raccontato. Ad una bambina di 10 anni ivoriana, non sarebbe stato concesso di iscriversi alla biblioteca comunale Verga di Ragusa in quanto “straniera” e dunque ritenuta non affidabile, nonostante il permesso di soggiorno. E questo l’avrebbe deciso un’addetta della segreteria della biblioteca comunale, cioè di quello che dovrebbe essere un luogo di cultura.
La notizia la riporta oggi il quotidiano La Sicilia nella sua edizione locale in un articolo di Lucia Fava. e trae spunto dalla lettera che una volontaria, Martina Nicastro, ha inviato al sindaco Peppe Cassì. Era stata la stessa volontaria ad accompagnare la bambina (in regola col permesso di soggiorno) in biblioteca ma ha ricevuto solo un diniego.
A quanto racconta la ragazza, l’addetta avrebbe addirittura parlato ad alta voce per farsi sentire da coloro che erano presenti in quel momento in biblioteca, manifestando le proprie simpatie politiche.
Una vicenda dunque decisamente da approfondire. Per questo motivo il primo cittadino, dopo aver ricevuto la segnalazione, si è già attivato avviando un’indagine interna.
“Mi sembra cosa meritevole – spiega Martina nella email che ha inviato al sindaco Giuseppe Cassì – incoraggiare una ragazzina che manifesta un vivo interesse per la lettura, presentandole un servizio fondamentale per la comunità quale quello della biblioteca civica. Purtroppo però – denuncia l’operatrice – l’accoglienza che ci è stata riservata sfocia oltre i limiti del razzismo”.
Riporto quanto avvenuto – scrive ancora Martina Nicastro – perché registro una grande amarezza nella bambina e in me stessa che, come tanti ragusani, credo fermamente nei valori della cultura, dell’uguaglianza e dell’integrazione”. Da qui l’appello al sindaco che si è già dichiarato amareggiato e sorpreso.
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