A Ragusa, il 25 settembre 2024, si terrà un sit-in di protesta in Piazza San Giovanni contro l’approvazione della risoluzione “Anti-gender” promossa dal deputato leghista Rossano Sasso. L’evento, fissato per le 19:00, è organizzato da Tocca a Noi e Arcigay Ragusa, con il supporto di diverse realtà locali, tra cui AGEDO Ragusa, CGIL Ragusa, Adessobasta Ragusa, e altre associazioni e collettivi.
La risoluzione Sasso è stata fortemente criticata dalle organizzazioni promotrici della manifestazione, che la considerano “Un attacco alla libertà educativa e alla lotta contro il bullismo e la violenza di genere”. Il sit-in sarà un momento di resistenza collettiva contro quella che viene definita una “deriva illiberale e antidemocratica” in Italia.
Gli organizzatori sottolineano l’importanza di difendere l’educazione affettiva e sessuale come strumento essenziale per contrastare l’odio e la discriminazione nelle scuole, e per garantire spazi sicuri e inclusivi per tutti gli studenti.
Le adesioni all’iniziativa sono aperte tramite il sito di Arcigay, dove è possibile scaricare il manifesto “SCUOLA LIBERA TUTT3” e unirsi al movimento di protesta che si estende in diverse città italiane.
“È evidente che all’Arcigay siano molto abituati ad avere pregiudizi e poco a leggere le carte. La risoluzione della Lega a mia prima firma è chiara e dovrebbe essere facilmente comprensibile anche per l’Arcigay. Infatti stabilisce testualmente che si ‘impegna il governo a promuovere un adeguato confronto con tutti i soggetti interessati sulle tematiche dell’educazione affettiva e sessuale… (ribadendo) la necessità che lo spazio scolastico sia caratterizzato da un’adeguata neutralità, in qualsiasi forma di insegnamento scolastico e quindi assicuri che tutte le attività proposte nelle scuole del Paese rispondano a criteri di rispetto e di libertà che favoriscano la costruzione di un sapere critico per gli studenti, escludendo che l’insegnamento scolastico venga utilizzato per propagandare tra i giovani, in modo unilaterale e acritico, modelli comportamentali ispirati alla cosiddetta ideologia gender’. Questa è la realtà. Se qualcuno pensa di poter fare il bello e cattivo tempo nelle nostre scuole, attraverso sedicenti esperti e a strumentalizzare i nostri bambini, si sbaglia. Liberissimi di organizzare corsi nelle proprie sedi, vedremo quanti genitori saranno disposti a mandare i propri figli. E, sia chiaro, chiunque intenda utilizzare la lotta alle discriminazioni come cavallo di troia per portare a scuola la propria visione ideologica, come ad esempio fare lezioni di educazione sessuale, di superamento del binarismo sessuale e fluidità di genere a bambini delle elementari, si troverà sempre davanti a un nostro NO.”