Come coinvolgere la città nell’attività amministrativa. Lo spiega il candidato a sindaco di Scicli, Enzo Giannone: “A poche ore dalla fine della campagna elettorale, se ovviamente affrancati dal ballottaggio per l’elezione del sindaco, intendo affrontare i temi dei tempi del governo della città e del significato delle rappresentanze. Non sono questioni marginali perché un candidato sindaco ha l’obbligo di spiegare all’elettorato come intende amministrare la città e con quali metodi.
Il sindaco eletto dal popolo è l’unico depositario dell’ortodossia politica dei gruppi e dei movimenti politici che lo hanno sostenuto in campagna elettorale, come espressione della maggioranza in città.
Egli ha un compito di coordinamento e di direzione che travalica l’impegno legato al tempo che il primo cittadino impiega nell’affrontare i problemi della cosa pubblica.
Ho conosciuto sindaci stakanovisti che hanno prodotto risultati incerti e confusi e altri, meglio organizzati e disposti alla delega e quindi aperti alla fiducia nei propri collaboratori, che hanno, con mano ferma e ottimi risultati, guidato le amministrazioni delle proprie città.
Non è il fattore tempo determinante nell’azione amministrativa al di là delle apparenze.
Ci sono elementi come competenza, esperienza, passione, dedizione e senso dell’organizzazione che consentono di portare a termine, nei tempi necessari, le varie problematiche, emergenze escluse ovviamente, che un’amministrazione quotidianamente affronta.
Lo stare insieme con i quattro assessori e i consiglieri di maggioranza eletti vuole dire aprire una linea di credito, di ampia e aperta collaborazione, per la soluzione delle questioni di competenza.
La giunta non è un insieme di persone che in modo pedissequo e acritico esegue ciò che il primo cittadino vuole: è una squadra di persone che ha il compito primario di impostare, ordinare e mettere a soluzione un problema il cui percorso amministrativo è la risultante di due elementi. In altre parole la direzione politica del primo cittadino e il confronto dialettico di merito tra le parti.
Ciò significa che il sindaco, che è responsabile di fronte alla pubblica opinione e la giunta che risponde al capo dell’amministrazione, deve garantire i risultati dell’azione amministrativa.
I consiglieri di maggioranza non sono dei numeri o degli emarginati politici che hanno solo il compito di votare le delibere; la loro attività nella massima assise cittadina sarà caratterizzata, anche qui, da un ampio e aperto dibattito con l’amministrazione, che è sostenuta dalla loro fiducia, per affrontare e risolvere i problemi, (importanti quelli di pertinenza del consiglio comunale), legati alla promozione sociale e produttiva del tessuto cittadino.
Necessari e non secondari i rapporti con l’opposizione: più forte sarà questa, meglio sarà amministrata la città.
Tenere un’interlocuzione civilmente dialettica è elemento essenziale che riguarda tutti perché fatta nell’esclusivo interesse della città di cui la minoranza è degna e legittima espressione.
Perdersi oggi, come ho sentito da qualche parte, nella sterile polemica di un Enzo Giannone oggi preside del “Q. Cataudella” e speriamo domani sindaco, mi appare un esercizio inutile e solo strumentale perché legato ad una vecchia e superata concezione del modello sindaco: un amministratore piantato nella sedia del suo gabinetto, nel suo isolamento politico e amministrativo, e solo con la fissa di tenere insieme la maggioranza e gli assessori con tutti i mezzi possibili e immaginabili. Non è questa la mia idea di capo dell’amministrazione.
Scritto questo volevo fare un’ultima riflessione. Anche nell’elettorato sciclitano esiste quella linea rossa che divide chi si sente, in qualche modo rappresentato e garantito, e chi invece, e non sempre a torto, vede le istituzioni cittadine come estranee, se non nemiche della collettività perché ingannevoli ed egoiste.
Enzo Giannone, se eletto sindaco, rappresenterà tutti: quelli che oggi sono gli avversari politici, quelli delusi dalla politica (che abiurano come noi quella fatta alla vecchia maniera), quelli che hanno la dignità, pur in presenza di bisogni, di non chiedere mai, quelli che non vengono ascoltati pur manifestando le loro legittime ragioni, quelli che contestano e protestano senza trovare cittadinanza nel palazzo; quelli che credono di essere stati spogliati dei propri diritti, disillusi e stanchi continuano senza successo ad abbaiare alla luna, quelli che da elettori, non miei sostenitori, continuano a vedere nel sindaco un avversario politico che non ti ascolterà mai; quelli che, donne e uomini, hanno perso la speranza di poter cambiare la città come loro la sognano e la pensano .
Di tutti questi avrò bisogno per costruire il futuro di Scicli che è racchiuso semplicemente nelle nostre mani”.