Era uno degli incontri più attesi e, a ben guardare i commenti social che hanno accompagnato l’annuncio della sua presenza, era forse l’incontro con più preoccupazione per gli organizzatori. Ma l’ex ministro del lavoro, Elsa Fornero, a Ragusa questa sera si porta a casa una folla di attenti spettatori e tanti applausi.
Ospite della decima edizione del festival letterario “A Tutto Voume – libri in festa a Ragusa“, per presentare il suo libro “Chi ha paura delle riforme”, sollecitata dalle domande della giornalista Giada Docker, la Fornero ha voluto spiegare il proprio punto di vista anche sulla sua contestata riforma delle pensioni. E ha spiegato perchè le riforme non sono contro il popolo ed anzi sono necessarie. Le ha chiamate “investimento sociale”.
“Già dagli anni ’80 la politica italiana ha dimenticato di dare una direzione al Paese per poi dividersi tra berlusconismo e antiberlusconismo. Un gioco delle parti in cui l’Italia è stata investita dalla crisi economica più volte, con un sistema economico fragile. Io sono diventata ministro di un Governo tecnico che è stato chiamato dai partiti e da loro approvato”, spiega Elsa Fornero al pubblico che la ascolta con attenzione nel cortile della Prefettura.
“Il nostro compito era cercare di salvare i conti pubblici e fare le riforme che al Paese servivano. Il riformismo è visto come qualcosa di cattivo, contro il popolo. Invece le riforme si fanno proprio per cercare di migliorare le condizioni di vita della gente. E questo è necessario quando non si ascoltano gli avvisi che arrivano dalle istituzioni europee per ridurre il debito. Anzi oggi c’è chi addirittura vorrebbe fregarsene. Uscire dall’Europa non è il futuro dell’Italia ma è il precipizio. Non credete a chi dice che è meglio uscire”.
Poi tornado sulle riforme necessarie: “E’ chiaro che quando ai cittadini si dice che le riforme si fanno perché imposte dalla Merkel e dalla Germania, facendo passare un messaggio ovviamente sbagliato, è chiaro che si crea suscettibilità e non c’è modo di attivare quel canale di discussione con la gente comune. Ma le riforme noi le dobbiamo fare per noi stessi. Sono un modo per correggere i nostri mali strutturali. Sono il modo per dare un futuro migliore. Nel mio libro le chiamo “investimento sociale”. Facendo un risparmio, cioè sacrificando consumi, si fa un investimento per il futuro. Le riforme a costo zero non esistono, hanno sempre dei costi. Quando i politici vi dicono che la riforma è a costo zero, non credeteci”.
Si è soffermata sulle pensioni: “Nella mia riforma sulle pensioni ho comunque cercato di dare condizioni di equità pur sapendo che sarebbe stata una riforma impopolare, pesante. E si è iniziato dando un esempio con la riforma di vitalizi dei parlamentari”.
Infine un chiaro riferimento al ministro Salvini: “Essere un buon ministro? Io stavo sempre al ministero e non sui social a twittare!”