Caro Direttore, mi preme scriverle per cercare di soddisfare un mio interrogativo: in questi giorni siamo stati assillati dal problema approvvigionamento idrico. La temporana chiusura di due pozzi, per inquinamento da ammonio, ha provocato inevitabili disservizi e carenze del prezioso liquido, situazione però, mi pare, egregiamente affrontata dagli uffici comunali (anche con l’aiuto poderoso delle autocisterne dei vigili del fuoco, n.d.r.). Certo ci sarà qualcuno che avrà da ridire più del giusto, ma posso dire di aver visto un andirvieni continuo di autobotti, segnale che l’approvvigionamento straordinario era comunque in atto. E, in ogni caso, quando c’è un emergenza ci possono anche stare i disagi.
Ma quello che mi lascia perplesso è sentire che si sarebbero appurate le cause e addirittura le possibili fonti di inquinamento, dovute al mal funzionamento di concimaie e relativi impianti di smaltimento dei reflui in alcune aziende agricole a monte della zona inquinata. Nonostante ci sia l’idea da dove potrebbe scaturire l’inquinamento, sento parlare solo di ‘si dovrebbe’, ‘si dovrà’, ‘occorrerebbe’, addirittura che il Comune sta studiando ancora come intervenire per costringere!?! i proprietari delle concimaie ad adottare misure preventive attraverso la messa a norma delle concimaie stesse, provvedendo nel contempo alla bonifica delle zone inquinate. Ci manca solo che, dopo tanto danno, anche economico, questi signori se la passino liscia, se addirittura non chiederanno aiuti economici per mettersi in regola. E le associazioni ambientaliste perchè non intervengono?
Lettera firmata