Attualità

Eni chiude gli impianti Versalis di Ragusa il 31 dicembre. La comunicazione ai dipendenti. Mobilitazione confermata il 12 novembre

RAGUSA – La direzione dello stabilimento Eni-Versalis di Ragusa ha comunicato ai dipendenti la chiusura definitiva degli impianti, fissata per il 31 dicembre, aprendo così la strada alle operazioni di bonifica del sito. Questo annuncio rappresenta la fine di un’era per un impianto che ha fatto la storia industriale di Ragusa e il futuro del quale appare ora incerto. Di fronte alla prospettiva di chiusura, il 12 novembre i sindacati di categoria hanno confermato una mobilitazione in piazza a Ragusa per manifestare il proprio dissenso e tentare di individuare possibili margini di intervento che possano scongiurare la chiusura definitiva o, quantomeno, assicurare un processo di riconversione. Eni assicura, ma sarà oggetto di confronto sindacale, che i dipendenti non saranno licenziati in quanto il sito dovrebbe essere trasformato in un centro direzionale. Si vedrà dopo il confronto con le organizzazioni sindacali.

La decisione di Eni di chiudere l’impianto ragusano arriva in un contesto in cui, in Sicilia, sono in corso piani di trasformazione e rilancio del settore chimico, volti alla decarbonizzazione e allo sviluppo sostenibile. Tuttavia, Ragusa, a differenza di altri siti, è stata esclusa dal piano di investimenti del colosso energetico, una mossa che rischia di lasciare il territorio senza prospettive di rilancio.

Non mancano le reazioni politiche. Il Partito Democratico di Ragusa si è immediatamente mobilitato. Peppe Calabrese, segretario cittadino del PD, ha espresso profonda preoccupazione per le conseguenze economiche e sociali della chiusura dello stabilimento. “Di fronte a questa grave minaccia per l’economia e l’occupazione locali,” ha dichiarato Calabrese, “il PD si è subito attivato a difesa dei diritti dei lavoratori e del futuro del territorio. I nostri parlamentari, Nello Dipasquale all’ARS e Anthony Barbagallo alla Camera, hanno presentato rispettivamente un ordine del giorno e un’interrogazione sull’argomento. In questi documenti, sottolineano l’importanza strategica dei poli di Ragusa e Siracusa, richiedendo un piano concreto di riconversione industriale e la salvaguardia dei posti di lavoro”.

Calabrese, che è anche membro della segreteria regionale del PD, ha evidenziato il contributo settantennale di Ragusa al settore industriale italiano e ha avvertito: “Non possiamo permettere che Eni lasci solo macerie e danni ad un’intera comunità. Il Partito Democratico continuerà a seguire da vicino la situazione e non esiterà a mobilitare tutti i suoi iscritti e sostenitori per difendere il nostro territorio”.

Il PD di Ragusa ha inoltre richiesto che il Governo nazionale impieghi le risorse del PNRR e del FSC per sostenere la riconversione dello stabilimento, una richiesta supportata dagli interventi parlamentari già avviati dai rappresentanti locali. In conclusione, Calabrese ha ribadito l’impegno del partito a mantenersi in prima linea per difendere i lavoratori e l’intero tessuto economico locale, determinato a fare tutto il possibile per impedire che il sito di Ragusa chiuda definitivamente.