EROSIONE COSTIERA: CAMBIARE RADICALMENTE REGISTRO

Intervenire ove possibile sulle cause dell’erosione, evitare l’ulteriore inserimento di strutture rigide quali pennelli e barriere lungo la costa, non attivare progetti nati già vecchi e superati, riqualificare e rinaturalizzare, utilizzare per il ripascimento gli accumuli di sabbia presenti lungo la costa, applicare le prescrizioni del piano paesaggistico, non lavorare a livello comunale ma a livello almeno provinciale, favorire concertazione e partecipazione.

Sono questi i principali elementi emersi durante l’incontro-dibattito tenutosi ad Ispica in merito agli interventi legati al problema dell’erosione del litorale ragusano. Un incontro che ha avuto notevole successo vista la significativa partecipazione di persone provenienti da tutta la Provincia, a dimostrazione che la cittadinanza è interessata ad avere maggiori e veritiere notizie su quanto si vuole realizzare lungo le spiagge iblee.

La conferenza si è dovuta svolgere presso i locali del Liceo “Curcio”, visto l’inspiegabile ed immotivato divieto di accesso a qualsiasi spazio pubblico imposto dall’Amministrazione Comunale nei confronti del comitato organizzatore.

Durante l’incontro, che ha visto l’intervento iniziale dei Presidenti dei Circoli Legambiente di Ispica (Natalia Carpanzano), Modica (Giorgio Cavallo) e Ragusa (Antonino Duchi), è stato analizzato e sviscerato il problema dell’erosione costiera, evidenziando le cause che la determinano (quali dighe, porti, pennelli e barriere frangiflutti) e gli interventi realizzati ed in programma dalle amministrazioni pubbliche sulle nostre coste.

Un focus specifico è stato dedicato al progetto di ripascimento in programma nel litorale di Santa Maria del Focallo, in cui la costruzione di barriere perpendicolari alla costa e l’apporto di sabbie non autoctone rischia di deturpare per sempre la fisionomia di uno dei più bei litorali del Sud Est siciliano. Un progetto che è stato sviscerato come ‘caso studio’ di un approccio ormai superato che si sta manifestando lungo tutta la costa iblea.

Scopo dell’iniziativa, che ha visto la sala piena in ogni ordine di posti e che ha costretto molte persone ad assistere in piedi, era in primis quello di informare la popolazione sulle operazioni in programma sulla costa e di cosa ciò avrebbe comportato.

A questo scopo è stato proiettato il video reportage “Back to the beach”, realizzato da alcuni soci del Circolo di Ispica con lo studio di produzione HyblaLab (trailer: https://www.youtube.com/watch?v=_h4a7Z1FaqA), che ha chiaramente e sinteticamente illustrato tutti i connotati burocratici e tecnici del progetto in programma sul litorale ispicese, intervistando tra l’altro esperti del settore quali il prof. Giorgio Anfuso dell’Università di Cadice ed il prof. Enzo Pranzini. Quest’ultimo, ordinario di Geografia Fisica e Geomorfologia presso l’Università di Firenze, è stato anche protagonista di un collegamento in videoconferenza ed ha chiarito, tramite precisi e puntuali interventi, tutti i punti critici correlati all’opera, sottolineando come la stessa apporterebbe conseguenze negative incalcolabili sul nostro territorio, senza peraltro risolvere il complesso problema dell’erosione costiera.

E’ stato evidenziato inoltre che, riguardo a questo, ma anche ad altri progetti effettuati o in itinere in provincia, ci si trova davanti a tecniche di intervento estremamente antiquate ed impattanti, mentre potrebbero già adesso essere messe in atto modalità di mitigazione dell’erosione più in linea con le migliori esperienze che si stanno facendo in giro per il mondo.

Durante l’incontro gli interventi dell’Arch. Stefano Marina e dell’Agronomo Fabio Gambuzza hanno ulteriormente chiarito gli aspetti correlati al sistema dunale e all’impatto sulla nostra costa del progetto, ampliando lo sguardo a tutto il territorio provinciale ed evidenziando tutti i siti dove si potrebbero prelevare sabbie in accumulo senza la necessità di andarle a recuperare in cave a centinaia di chilometri di distanza, con grave spreco economico.

In conclusione è stata proposta la possibilità di modifica del progetto, ad esempio tramite variante in corso d’opera, come ad esempio già avvenuto tempo fa nell’ambito del progetto delle canalizzazioni della Diga di S. Rosalia.

Se la spiaggia ispicese, e non solo, si trasformerà in piccole baie attorniate da massicciate in pietra è giusto e necessario che la popolazione ne sia informata, per poter usufruire delle prerogative proprie della cittadinanza attiva presenti in ogni democrazia.