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Errore da 154 mila euro: l’azienda è a Ragusa, ma incassa dal Comune di Modica
24 Mar 2025 08:53
Un’azienda agricola risulta formalmente nel territorio di Modica, ma le particelle catastali indicano chiaramente che si trova a Ragusa. Eppure ha ottenuto un cospicuo contributo post-calamità dal Comune di Modica. Una svista? Un errore? O qualcosa di più grave?
Una vicenda quindi che ha il sapore amaro tipico della burocrazia e che merita tutta l’attenzione possibile per comprendere esattamente cosa sia successo e come stanno le cose che se confermate sarebbero decisamente di una gravità inaudita. Le anomalie riscontrate riguardano la gestione di una pratica per la richiesta di contributi a seguito degli eventi calamitosi del 17 novembre 2021.
In seguito ai danni provocati dal maltempo, si ricorderà che venne avviata la procedura per ottenere lo stato di calamità naturale e consentire alle aziende danneggiate di accedere ai contributi per la ripresa. Tra queste, una ditta agricola (di cui per ora non viene fatto il nome per motivi di privacy) presenta domanda per danni a serre e colture. Fin qui, nulla di strano. Ma ecco il punto critico: le particelle catastali riportate nelle domande e nelle perizie tecniche risultano chiaramente ricadere nel territorio di Ragusa — come specificato anche nella documentazione, dove compare la dicitura “Ragusa Ibla”. Nonostante ciò, l’intera pratica viene istruita dal Comune di Modica, che approva il contributo ammissibile da oltre 150 mila euro, concede anticipazioni, e ne segue l’iter fino alla proroga dei lavori nel novembre 2024.
Un errore macroscopico, denunciato dal consigliere del Pd, Giovanni Spadaro, che si interroga su come sia stato possibile che nessun ufficio, nessun tecnico, nessun funzionario si sia accorto in quasi tre anni di pratiche che l’azienda non rientrava nemmeno nei confini comunali di Modica. “Tutto è scritto nero su bianco fin dalla prima istanza — afferma Spadaro — eppure la pratica è andata avanti senza che nessuno sollevasse obiezioni. A questo punto viene da chiedersi: chi doveva controllare? E soprattutto: che azioni intende intraprendere il Comune per correggere questa clamorosa svista?”. Il caso è ora all’attenzione del Consiglio comunale. Spadaro ha chiesto che l’interrogazione venga discussa nella prossima seduta utile, con la speranza che finalmente si faccia chiarezza su una vicenda che rischia di minare la credibilità amministrativa e il buon uso dei fondi pubblici.
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