Estate e sanità. Un binomio forse inscindibile.
Con l’arrivo dell’estate, capita spesso – ed è accaduto anche quest’anno – che si segnalino disservizi sanitari che di fatto non esistono.
In questi giorni abbiamo letto di un medico di Guardia medica a Marina di Ragusa che non dormiva da 48 ore. Abbiamo verificato: nessun medico aveva svolto turni di lavoro notturno così lunghi e la notizia era così assurda che era già all’origine chiaramente e palesemente falsa. Presumibilmente, infatti, il medico aveva raccontato a un utente della guardia medica di non aver dormito per 48 ore consecutive e l’utente aveva denunciato sui social la vicenda relativa a questo turno di lavoro massacrante. Il medico in questione, però, aveva effettuato un turno notturno il 14 agosto e poi due turni diurni consecutivi il 19 e 20 agosto.
Quindi nessuna veglia notturna e la stanchezza, vera o presunta, del medico non aveva nessun collegamento con i suoi turni di lavoro e tutti noi giornalisti abbiamo verificato questa cosa.
Sull’altro fronte ci si sposta a Scoglitti, dove il sindaco Francesco Aiello ha protestato per la chiusura della Guardia Medica a ferragosto . Anche in questo caso, la notizia non risulta vera. A Scoglitti a ferragosto il medico era regolarmente in servizio e ha effettuato 33 prestazioni.
Aiello ha annunciato un sit-in , poi spostato a questa sera, per protestare.
Ma il sindaco vittoriese punta lo sguardo anche su un’altra questione, quella del Pte, che a Scoglitti ha funzionato per circa 10 anni e che è stato soppresso dalla Regione siciliana nel 2019, cioè quattro anni fa. Con un provvedimento della Regione che nulla ha a che vedere con i turni delle guardie mediche.
Da Vittoria, quindi, si vuole rilanciare la battaglia per chiedere che Scoglitti venga nuovamente dotata di un Pte.
Fin qui le questioni e le polemiche estive. Notizie o meglio “NON NOTIZIE” che rischiano di oscurare o di far passare sotto silenzio altre questioni che riguardano i servizi sanitari e che invece sono drammaticamente vere.
Per primo le lunghe liste di attesa. Di recente anche alcuni controlli dei Nas sono stati effettuati proprio per verificare cosa accade per le lunghe liste di attesa che – così come sono attuate – rischiano di corrispondere spesso ad una negazione del servizio sanitario. Perché il paziente che sta male ha bisogno di un controllo o di un esame medico ora e non tra sei o otto mesi. È in atto un processo che sta portando inesorabilmente la sanità verso il privato, con il servizio pubblico in sempre maggiore difficoltà. Un processo che dalla lontana Lombardia, un tempo fiore all’occhiello della sanità, si sta espandendo anche al sud.
Su questo bisognerebbe riflettere e su questo interrogare le scelte e le decisioni dei governi nazionali e regionali.