Ma si usano ancora gli ex libris?
Ho ricevuto come regalo di compleanno un ex libris. La cosa mi ha reso felice, per due ragioni: l’originalità del regalo e perché amo farne anch’io. Meno elaborati forse, ma comunque pur sempre unici.
Ma cos’è un ex libris?
Dal latino, ex libris significa dai libri, ed è una cartoncino con stampato sopra il nome del possessore del libro con fregi e disegni vari.
In precedenza questi cartoncini erano manoscritti con sopra poesie o sonetti di avvertenza riguardo la proprietà del testo. Nacquero quando si diffusero i libri stampati, (soprattutto in Germania, grazie Giovanni Gutemberg che, come è noto, inventò in Europa i caratteri mobili) e, contemporaneamente, si sviluppò l’arte della xilografia che ne incrementò l’uso. Naturalmente dai più antichi a quelli attuali si notano le varie tendenze artistiche, pittoriche e calligrafiche, ma non solo, essendo gli ex libris, vere e proprie illustrazioni.
Il più antico che si conosca appartenne ad un certo Hans Jgler, cappellano della nobile famiglia bavarese Von Shoensttet, il cui nome, in caratteri gotici è contenuto in un cartiglio sotto il quale v’è un ramoscello e un porcospino. Datato degli anni 1470-80, presenta già in sé le peculiarità degli ex libris moderni.
Nel Cinquecento l’ex libris ha la caratteristica dello stemma araldico, perché il quel periodo erano quasi sempre le famiglie nobili a possedere biblioteche.
Con l’andar del tempo il cartellino aumenta di dimensioni e si perfeziona, rendendo una raffigurazione più completa e raffinata: ricca in epoca barocca e più essenziale nel Neoclassicismo (1700), dove il nome del proprietario viene inserito in lapidi o monumenti; nella borghesia ottocentesca si diffonde l’uso di paesaggi dell’arte romantica.
Un altro periodo che sottolinea un’evoluzione, sia riguardo la qualità che la quantità, è il XIX secolo con la diffusione dell’Art noveau.
Da questo momento gli ex libris sono diventati anche oggetto di collezionismo a livello planetario.
Attualmente ce ne sono tantissimi a timbro. Ma sono un’altra cosa.