“FATE SCAPPARE LA GENTE”.

La storia si ripete.

 

Non è la prima volta, infatti, che viene cancellato un concerto di una band pozzallese, quasi snobbata, da un’organizzazione che dovrebbe invece sostenere e supportare le realtà artistiche locali, qualsiasi esse siano.

 

Era  prevista per le 22:30 di giorno 17 agosto, durante la quinta giornata della Sagra del Pesce, l’esibizione dell’unica Band Pozzallese invitata alla, ormai storica, Kermesse marinara.

Un problema organizzativo avrebbe costretto i ragazzi a declinare  a malincuore l’invito, poichè costretti ad esibirsi per meno di un’ora dopo le 23:40, per tanto dimezzando lo spettacolo e senza la possibilità di fare il sound check (cosa che non avrebbe permesso una corretta armonizzazione dei suoni del quintetto).

 

Pare infatti che l’organizzazione abbia avuto un ripensamento, in merito al genere musicale proposto dalla formazione Pozzallese, consistente in  un rock leggero e melodico ritenuto “troppo vivace”.

 

La scaletta avrebbe previsto diverse cover riarrangiate di Rino Gaetano, Elisa, Niccolò Fabi, Max Gazzè, Samuele Bersani, Fabrizio Moro e Negramaro. Artisti tutt’altro che fruibili ai soli giovani, tutt’altro che poco indicati ad un pubblico più adulto.

La band non è forse stata ritenuta idonea a calcare un palcoscenico che fa della tradizione popolare la sua punta di diamante?

Fino ad oggi sembra si sia assistito ad una Sagra con poco folklore e tradizione. Una Sagra che comunque attira molti cittadini e turisti, ma di un età media che si è spostata ed alzata. Una Sagra che poco pensa ai giovani ed anzi, al contrario, sembra farli allontanare, guardare con distacco e non riesce a coinvolgere in quanto statica e ripetitiva.

Emblematica la frase di uno degli organizzatori: “La vostra musica fa scappare la gente”. Come se qualsiasi cosa diversa dalla musica tradizionale siciliana, avesse un effetto così drastico sul pubblico presente.

 

Sembra lecito chiedersi se, a prescindere, non si poteva pensare in tempo di programmazione alle eventuali conseguenze, evitando da principio di inserire la band nel palinsesto, così da non creare tanti disagi poche ore prima dell’inizio dell’esibizione e che hanno portato al far saltare l’atteso concerto della giovane e talentuosa Rock Band Pozzallese.

 

La sensazione di deja-vu provata dai componenti della band è più che lecita. Lo scorso anno, infatti, sono stati fatti esibire in condizioni ai limiti della praticabilità, un giorno dopo che le luci della ribalta della Sagra cittadina per antonomasia si erano spente e con un’amplificazione diversa rispetto a quella utilizzata dagli artisti intervenuti durante la Karmesse.

Giusto e legittimo il fatto che siano gli organizzatori a scegliere chi deve esibirsi, quando deve e come deve, ma sembra corretto e naturale essere decisi e chiari con gli artisti, che, aldilà del cachet, della presunta notorietà, del genere proposto e della loro provenienza, meritano egual rispetto e chiarezza in quanto uomini che dedicano tempo, risorse, impegno e dedizione alla loro passione primaria.

Sembra proprio che il solito remake pozzallese a suon di “nemo profeta in patria” sia da prassi.

 

I Barock ringraziano il gentile ed affettuoso pubblico, che numeroso da sempre li segue e tutti i sostenitori per l’affetto e la stima dimostrata nei social.

 

Sembra ormai risaputo il fatto che la città di Pozzallo dia poco spazio ai giovani, all’arte ed alla cultura. Tuttavia la speranza di una valorizzazione del territorio anche in questo senso può essere possibile, con il suggerimento di investimento in diversi ambiti che non siano quelli del turismo becero di bancarelle abusive, mero passeggio e poco rispetto per le spiagge ed il territorio in generale.

 

I Barock, così come tanti altri giovani pozzallesi sono pieni di risorse, dare loro il giusto spazio sembra la cosa più naturale in un paese che anela al migliorarsi sempre più.