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Favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: domani a Ragusa Luca Casarini con la ‘scorta solidale’. Udienza preliminare che deciderà sul rinvio a giudizio
13 Feb 2024 16:33
Domani al Tribunale di Ragusa, l’udienza preliminare che valuterà la richiesta di rinvio a giudizio per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina di Pietro Marrone come comandante a settembre del 2020 della nave Mare Jonio, Alessandro Metz, legale rappresentante della Idra Social Shipping (società armatrice), Giuseppe Caccia vice presidente del Cda della Idra e capo spedizione, Luca Casarini dipendente della società – ma che gli inquirenti ritengono esserne amministratore di fatto – , Agnese Colpani, medico e Fabrizio Gatti, soccorritore (oltre che di Georgios Apostolopoulos tecnico armatoriale la cui posizione è stata stralciata problematiche legate alla notifica degli atti). A Marrone, Caccia, Casarini e Metz vengono contestate anche irregolarità in merito al rispetto del Codice della navigazione.
Il fatto
Tutto inizia il 13 settembre del 2020. Mare Jonio ha preso a bordo, due giorni prima, i 27 migranti che da 38 giorni erano a bordo della Maersk Etienne, una nave cisterna lunga poco meno di 150 metri ‘bloccata’ al largo di Malta. La Etienne aveva salvato i migranti da un barchino e da più di un mese non riusciva ad avere risposte in merito all’autorizzazione a sbarcarle. La Mare Jonio li raggiunge, li visita, li accoglie a bordo e li trasferisce a Pozzallo. Scattano i controlli perché la Mare Jonio era stata diffidata più volte dal condurre operazioni di salvataggio, non aveva la certificazione richiesta, non aveva osservato i provvedimenti dell’Autorità e a bordo non c’erano garanzie di incolumità per le 38 persone trasportate; oltre ai 27 migranti (due, una donna e suo marito, con evacuazione medica di emergenza, erano stati trasferiti in terraferma su motovedetta della Capitaneria di porto perché la donna aveva una sospetta gravidanza al secondo trimestre) c’erano 11 membri di equipaggio. Lo sbarco dei 25 migranti avviene il 12 settembre e il giorno dopo viene richiesta alla nave tutta la documentazione. Emergono le prime difformità, e gli inquirenti approfondiscono. Come più volte è emerso in questi mesi, la Mare Jonio in partenza da Licata il 9 settembre aveva dichiarato di doversi recare a Lampedusa per trasferire 80 litri di carburante. Dagli approfondimenti emergono altre stranezze; la prima che Gatti e Apostolopoulos erano stati imbarcati sulla Mare Jonio non alla partenza ma a circa 12 miglia dalla costa, portati a bordo con un gommone che era poi tornato indietro. Il giorno seguente, la Maersk Etienne aveva chiesto al comandante della Mare Jonio se a bordo avessero del personale sanitario per controllare lo stato di salute dei migranti che loro avevano salvato il 5 agosto e che ancora non erano riusciti a fare sbarcare. Mare Jonio risponde positivamente e si dirige verso la Maersk Etienne. Dai controlli medici sarebbe emersa la necessità di trasbordare subito i migranti per le loro generali condizioni di salute precarie. Accade però che allo sbarco a Pozzallo, la donna evacuata con procedura medica d’urgenza non fosse incinta (è stata dimessa dopo poche ore dall’ospedale di Modica e ricondotta assieme al gruppo) e che il resto dei migranti era in condizioni di salute buone tanto da consentire immediatamente il trasferimento verso altri centri senza necessità di approfondimenti medici di sorta, senza nulla togliere alle condizioni fisiche e psicologiche di chi scappa da torture e privazioni e ha il terrore di essere riportato in Libia. Troppe ‘stranezze’ e di inizia ad approfondire. Partono le intercettazioni – hanno operato Guardia costiera, Guardia di Finanza e Squadra Mobile della Polizia di Stato – e scattano i sequestri. L’indagine prende corpo, L’impianto accusatorio è imperniato sul fatto che non si trattò di un’operazione umanitaria dettata da stato di necessità, ma di una operazione commerciale fatta per ‘liberare’ la Maersk Etienne da quei 27 migranti che ne bloccavano l’operatività e che facevano perdere un bel po’di guadagni alla compagnia danese. A sostegno della tesi accusatoria, il pagamento di 125.000 euro con un bonifico emesso dalla Maersk a seguito di una fattura della Idra Social Shipping (la società armatrice di Mare Jonio) per “servizi resi in acque internazionali nel mese di settembre 2020” e frutto di fitti accordi tra le parti. Non è coinvolta Mediterranea Saving Humans che invece paga la Idra Social Shipping per servirsi della sua nave, la Mare Jonio, per i soccorsi in mare. Di segno opposto la tesi degli indagati che respingono le accuse, sottolineando di essere intervenuti in una situazione di grave difficoltà dei migranti a bordo della Maersk, senza riparo, con cibo scarso e in condizioni psicofisiche talmente precarie che alcuni di loro avevano tentato di togliersi la vita. .
Le manifestazioni in programma domani
Mediterranea Saving Humans ha promosso due iniziative; la prima, domattina, con concentramento in piazza San Giovanni a Ragusa alle 9, prevede di accompagnare gli indagati al Tribunale, con la “scorta solidale”. L’inchiesta, per Mediterranea, è una “operazione politico giudiziaria che si è giocata finora fuori dai tribunali e dal diritto” per isolare “gli indagati da Mediterranea, isolare Mediterranea dalle altre associazioni e realtà solidali, isolare chi nella Chiesa osa appoggiare le pratiche concrete di umanità, isolare chi nel mondo laico non si rassegna a un mondo disumano. Non ci sono riusciti”. Nel pomeriggio, l’assemblea pubblica alla sede della Cgil di Ragusa, in vico Cairoli. Presente anche il segretario generale regionale della Cgil, Alfio Mannino, oltre al sindacato hanno dato sostegno Anpi, Libera, Chiesa Valdese, Arcigay, Sinistra Italiana. Cgil chiede che il fenomeno migrazioni non venga più considerato con un “approccio emergenziale e repressivo” dal momento che è strutturale, e che si rispetti la tutela delle vite umane. “Sarà l’occasione per ribadire – ha detto Peppe Scifo, segretario generale della CGIL di Ragusa – , anche la netta contrarietà ai CPR centri di permanenza per i rimpatri, strutture di detenzione dove spesso sono violati i diritti umani fondamentali e le garanzie costituzionali previste dal nostro ordinamento e dalle norme di diritto internazionale e protezione umanitaria”. Sinistra italiana definisce ‘infamante’ l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina definendo “donazione, in regola” il pagamento effettuato dalla Maersk alla Idra Social Shipping. “Noi pensiamo che salvare vite umane non sia un reato, e neppure sostenere economicamente chi le salva, anzi chi fa questo dovrebbe essere premiato perché rende tutta la nostra società più umana”.
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