Dopo ore di indagini, a breve distanza dall’arresto di un intero equipaggio composto da 7 scafisti, la Polizia ne ha fermati altri 3.
JOHN Abdullah nato in Senegal il 01/01/1982, DIOUF Samb nato in Senegal il 01/01/1989, e CONTE Famara, nato in Gambia il 03/03/1988.
Sono tutti gravemente indiziati di aver commesso il delitto previsto dagli artt. 416 C.P. e 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, in quanto si associavano con altri soggetti presenti in Libia al fine trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.
Anche per questo caso di soccorso i migranti sono stati ospitati sin da subito presso il C.P.S.A. di Pozzallo, in attesa del trasferimento.
MODALITA’ DI SOCCORSO IN MARE
In data 10/07/2015, la motonave “JILL JACOB” battente bandiera cipriota, alle ore 06:00 circa ed alle ore 15,00 circa, su disposizione dell’MRCC di Roma procedeva al recupero in acque internazionali di competenza SAR LIBICHE al recupero di due gommoni rispettivamente con 52 e 96 migranti. Al termine delle operazioni di recupero tutti i migranti venivano condotti presso il porto di Pozzallo dove giungevano alle ore 17,40 dell’11/07/2015. Successivamente i migranti venivano condotti presso il C.P.S.A. dove facevano ingresso alle successive ore 23.
ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA
Le operazioni di sbarco non hanno avuto alcun ritardo, tanto da permettere un’immediata assistenza ai migranti.
Il Funzionario di O.P. della Polizia di Stato, con a disposizione decine di uomini, ha dovuto poi coordinare l’arrivo dei migranti e contestualmente le attività di prima ospitalità al Centro di primo soccorso ed accoglienza di Pozzallo.
Il tutto contestualmente ai richiesti trasferimenti verso altri siti dei migranti sbarcati di recente, così da rendere maggiormente fruibili gli spazi per i nuovi arrivati.
Le operazioni di sbarco non hanno fatto registrare criticità ed è stata prestata la massima attenzione verso i soggetti che avevano bisogno di cure mediche.
Alle procedure hanno partecipato tra altri 30 Agenti della Polizia di Stato, nonché appartenenti alle altre Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana ed i medici dell’A.S.P. per le visite mediche.
Al riguardo, le attività dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato risultavano complesse, dovendo essere espletate in tempi ristretti, così da permettere anche un immediato invio degli ospiti in altre strutture d’accoglienza più ospitali.
La Polizia Scientifica ha lavorato consequenzialmente senza sosta per le operazioni di preidentificazione e fotosegnalamento, in considerazione dei nuovi arrivi. In tempi record sono stati identificati centinaia di migranti approdati.
LE INDAGINI
Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota di Carabinieri e della Guardia di Finanza hanno concluso le indagini sui migranti sbarcati sabato sera a Pozzallo.
L’attenzione è stata subito riposta su un gruppo di migranti soccorsi che si trovava di fronte le coste libiche ed era composto solo da 52 passeggeri.
Il numero ha sorpreso, in quanto da anni i migranti a bordo dei gommoni sono stati sempre 100 circa e mai meno.
Durante le indagini per risalire all’identità dello scafista è stato possibile appurare che il numero di 52 era giustificato dal fatto che gli altri migranti erano fuggiti.
In particolare, erano circa 100 a bordo del gommone in prossimità della battigia per l’imminente partenza, il tutto in pochi centimetri di profondità del mare perché erano proprio a riva.
Quando stavano per salire gli ultimi migranti giungeva una motovedetta libica che intimava loro di stare fermi e scendere sulla battigia. I migranti rimanevo immobili e per tutta riposta i militari libici sparavano al loro indirizzo. Appena uditi gli spari a decine si davano alla fuga tuffandosi a mare (dove ancora potevano toccare) e si disperdevano lungo la spiaggia. In quel momento di grande confusione lo scafista accendeva il motore e fuggiva con a bordo solo 52 migranti.
I testimoni non hanno saputo fornire indicazioni sullo stato di salute dei loro compagni di viaggio in quanto tutto è avvenuto in tempo di notte.
Le indagini anche sull’altro gommone hanno permesso di appurare che il natante era condotto da uno scafista ed un altro si occupava della rotta mediante sistema satellitare e bussola.
Anche in questo caso il viaggio a bordo di gommoni costa meno ma ha fruttato complessivamente 80.000 dollari agli organizzatori.
LA CATTURA
Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto i responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanne dell’Autorità Giudiziaria.
BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA
Nel 2015 sono 78 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 200 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.