Raccolti gravi indizi di colpevolezza a carico di JALLOW Lamin, nato in Gambia il 01.01.1987, per questo è stato sottoposto a fermo di Polizia Giudiziaria. È responsabile di aver condotto il gommone dalle coste libiche fino a quando non è stato intercettato da una nave mercantile che li ha soccorsi così come loro speravano.
Il comandante del gommone è ritenuto essere responsabile del delitto previsto dagli artt. 416 C.P. e 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, ovvero si associava con altri soggetti presenti in Libia al fine trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.
I migranti a bordo del gommone sono tutti provenienti dal centro Africa ed attualmente sono ospitati presso il C.P.S.A. di Pozzallo in attesa del trasferimento.
I FATTI
In data 13/02/2015, alle ore 17:36, nell’ambito dell’operazione denominata “TRITON”, la nave della Marina Militare “Spica”, ha recuperato 276 cittadini extracomunitari già soccorsi dalla Motonave mercantile MSC BELLE in tre distinti eventi.
Le fasi di trasbordo sono state complicatissime per le pessime condizioni del mare, pertanto entrambe le navi venivano indirizzate a Lampedusa e solo sotto le coste della piccola isola i soccorritori sono riusciti a completare il trasbordo. Tale operazione veniva compiuta con inizio alle ore 07:00 e termine alle ore 11.00 del 14.02.2015 ed a conclusione del trasbordo la nave “Spica” dirigeva verso il porto di Pozzallo ove giungeva 15/02/2015 alle ore 08:48 circa. Tutti i migranti, una volta fatti sbarcare, venivano ospitati presso il C.P.S.A di Pozzallo.
ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA
L’ufficio Ordine Pubblico della Questura di Ragusa ha messo a disposizione gli uomini coordinati dal Funzionario della Polizia di Stato responsabile del servizio e grazie al loro impegno in poche ore dall’arrivo dei migranti, tutti venivano ospitati rapidamente al centro di primo soccorso ed accoglienza di Pozzallo.
Le operazioni di sbarco si sono svolte senza alcun intoppo prestando la massima attenzione verso i soggetti che avevano bisogno di cure mediche.
Alle procedure partecipavano 30 Agenti della Polizia di Stato ed altri operatori delle Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana ed i medici dell’A.S.P. per le visite mediche.
Il lavoro dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato è molto complesso e deve essere espletato in tempi ristretti così da permettere un immediato invio degli ospiti in strutture d’accoglienza.
La Polizia Scientifica ha quasi completato le operazioni di fotosegnalmaneto poiché si attendono nuovi arivi. In tempi record, mediante l’installazione di 6 postazioni per il rilevamento delle impronte digitali solo ieri sono stati identificati quasi 200 migranti.
Nonostante la complessità delle operazioni, stante l’arrivo di quasi 300 persone le procedure sono state rispettate e tutto è andato secondo disposizioni di legge.
In questo momento stanno attraccando al Porto i Pozzallo altri migranti e la Polizia di Stato ha già predisposto il nuovo servizio di Ordine Pubblico per l’assistenza e l’ospitalità presso il C.P.S.A.
LE INDAGINI
Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota di Carabinieri ed una della Sez. Op. Nav. della Guardia di Finanza in tempi record, dopo 14 ore di lavoro hanno fatto luce su quanto accaduto in mare, identificando tra l’altro uno degli scafisti.
Le indagini lampo degli investigatori hanno permesso di far luce in poche ore su quanto accaduto dal momento in cui i migranti erano presenti in Libia all’interno dei capannoni.
L’attenzione veniva riposta in primis sul migrante ferito alle gambe in quanto attinto da colpi d’arma da fuoco. L’uomo ha riferito ai poliziotti di essere stato vittima di una rapina nei pressi del capannone che lo ospitava, proprio mentre stava andando all’appuntamento con i trafficanti di migranti. “Stavo andando all’appuntamento con chi mi doveva consegnare agli organizzatori del viaggio verso l’Europa quando sono stato avvicinato da due libici armati di pistola. Mi hanno chiesto il telefono ed i 5 dollari che avevo in tasca. Non Volevo cedere il telefono perché durante il viaggio poteva servirmi per la mia sopravvivenza e mi sono rifiutato di consegnarlo. Senza pensarci due volte mi hanno sparato alle gambe, hanno preso tutto e sono fuggiti. Alcuni miei connazionali mi hanno portato in braccio fino al luogo dell’appuntamento, poi in macchina ci hanno portato nel capannone fino al momento della partenza”.
Appurata l’estraneità dei fatti occorsi al povero migrante ferito, rispetto al reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, gli investigatori hanno ascoltato come sempre i migranti con meticolosità. Gli uomini della Polizia Giudiziaria con grande difficoltà, stante la paura nel rendere dichiarazioni alle Autorità di Polizia, sono riusciti ad individuare gli scafisti.
In questa occasione gli organizzatori hanno fatto partire una piccola flotta dalle coste libiche, mettendo su ogni gommone circa 100 migranti ed assegnando allo scafista una bussola ed un satellitare.
Gli scafisti sono stati formati in poche ore per affrontare il viaggio, con tanto di indicazioni su come raggiungere le coste siciliane e cosa dire alla Polizia una volta sbarcati. Peccato che di sbarchi gli investigatori ragusani hanno un’esperienza decennale e le storie imboccate prima della partenza sono sempre le stesse, quindi vengono subito “smontate” dalla Polizia.
Il comandante del gommone individuato, viste le risultanze a suo carico, ha ammesso le proprie responsabilità confessando ogni particolare del viaggio e degli accordi con i libici a capo dell’organizzazione.
Pochi dollari per lui perché i libici gli hanno permesso di viaggiare gratis, quindi è per lui un altro profitto oltre al misero guadagno.
La professionalità degli uomini della Polizia Giudiziaria ha permesso di individuare anche questa volta l’autore di questo traffico di migranti, enorme businnes per gli organizzatori libici che arruolano tra loro scafisti capaci di condurre un natante anche da paesi per loro stranieri, al solo fine di non rischiare di finire in carcere e guadagnare il più possibile.
Stante quanto dichiarato dai testimoni, gli organizzatori hanno incassato circa 50.000 dollari a gommone ovvero 150.000 in totale.
In corso ulteriori indagini sugli scafisti degli altri due gommoni e contemporaneamente sull’equipaggio di scafisti che sta per sbarcare a Pozzallo con un altro carico di migranti.
LA CATTURA
Le indagini condotte dalla Polizia durate più di 12 ore continuative, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa gli investigatori hanno catturato lo scafista che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica è stato condotto presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione, considerato che dopo il fermo iniziano tutte le fasi processuali particolarmente complesse.
BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA GIUDIZIARIA
Lo scorso anno sono stati arrestati circa 200 scafisti dalla Polizia Giudiziaria e nel 2015 sono 2 gli scafisti fermati su altrettanti sbarchi. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.