Ferrovie: in Sicilia le tratte peggiori. Ma noi pensiamo al ponte sullo Stretto

L’Italia si trova ancora indietro rispetto agli altri paesi europei per quanto riguarda il trasporto su ferrovia. Lo dimostra il rapporto “Pendolaria 2023” pubblicato da Legambiente, che sottolinea i continui ritardi infrastrutturali, i treni poco frequenti, le linee a binario unico e la lentezza nella riattivazione delle linee ferroviarie interrotte, chiuse e dismesse.

Treni vecchi e lenti

Il sud Italia, in particolare, è penalizzato dal punto di vista del trasporto su ferro. Secondo il rapporto di Legambiente, nel Mezzogiorno circolano meno treni, più vecchi e su linee in larga parte a binario unico e non elettrificate. Anche in Sicilia, le corse dei treni regionali sono significativamente inferiori rispetto ad altre regioni d’Italia. Infatti, ogni giorno ci sono solamente 506 corse di treni regionali, rispetto alle 2.173 corse della Lombardia, che ha una popolazione doppia rispetto alla Sicilia.

Le proposte di Legambiente

Per porre rimedio alla situazione, Legambiente chiede al governo Meloni di fare della “cura del ferro” una priorità, prevedendo 2 miliardi di euro all’anno fino al 2030, recuperabili dal bilancio dello Stato, specialmente all’interno del vasto elenco di sussidi alle fonti fossili. L’associazione del cigno verde invita anche a smettere di rincorrere opere inutili come il Ponte sullo Stretto di Messina e a dedicare la stessa attenzione per il rilancio dei cantieri delle grandi opere al trasporto su ferro.

In Sicilia, come sottolineato dal rapporto di Legambiente, servono collegamenti veloci e frequenti tra la regione e il resto della Penisola, e va potenziato il trasporto via nave. La ong elenca anche gli assi prioritari su cui intervenire, come Napoli-Reggio Calabria, Taranto-Reggio Calabria, Salerno-Taranto, Napoli-Bari, Palermo-Messina-Catania.

Treni che inquinano

Il trasporto su ferrovia in Italia è fondamentale per migliorare la qualità dell’aria e ridurre le emissioni di CO2, in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Tuttavia, il settore è responsabile di oltre un quarto delle emissioni italiane, che sono addirittura cresciute rispetto al 1990. Pertanto, l’Italia deve impegnarsi maggiormente per promuovere il trasporto su ferrovia, investendo nella costruzione di nuove linee e nella riqualificazione di quelle esistenti, e garantendo ai cittadini del sud Italia un servizio ferroviario efficiente e moderno.

Nella classifica delle 10 linee peggiori d’Italia, ci sono nord e sud: le ex linee Circumvesuviane, la Roma-Lido e Roma Nord-Viterbo, la Catania-Caltagirone-Gela, poi Milano-Mortara, Verona-Rovigo e Rovigo-Chioggia, Genova-Acqui-Asti, Novara-Biella-Santhià, Trento-Bassano Del Grappa, Portomaggiore-Bologna.

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