Le notizie di queste ore circa le norme approvate con la cosiddetta ‘manovrina’ che si aggiungono a quelle dell’ennesima modifica alla legge elettorale per le amministrative, non possono che suscitare forti perplessità rispetto alle effettive necessità degli enti locali”. Hanno dichiarato Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente, presidente e segretario generale di AnciSicilia.
“I comuni, i liberi consorzi di comuni e le città metropolitane, è utile ricordarlo, si trovano nella grande maggioranza, ad agosto, nella condizione di non poter approvare il Bilancio di Previsione 2016. Quei pochi che lo hanno fatto, rischiano a causa delle scelte della Regione di metterlo in discussione”. Continuano Orlando e Alvano.
“Ad alcuni, certamente distratti, ciò può apparire come un fatto meramente tecnico, in realtà siamo di fronte ad una problematica di natura sostanziale che attiene alla tenuta finanziaria degli enti locali e che, se si considera anche la problematica dei lavoratori precari e l’impossibilità di fare investimenti, rischia di compromettere l’ordinaria gestione dell’intero sistema delle autonomie locali siciliane.
Dinanzi a tutto ciò l’aspettativa dei cittadini nei confronti del Governo e del Parlamento regionale non può che essere quella di un’azione politica ed istituzionale che consenta di continuare ad erogare i servizi essenziali e che indichi, anche attraverso precise scelte normative, soluzioni concrete e utili per affrontare: il nodo irrisolto della gestione dell’ente intermedio, la condizione di perenne incertezza dei lavoratori a tempo determinato e l’effettiva erogazione, nei tempi più brevi, di circa 200 milioni di euro destinati a spese di investimento o al pagamento delle rate dei mutui accesi per la stessa finalità”.
“E’ su questi temi che vanno date le risposte.- concludono Orlando e Alvano.- Eludere il problema o rinviarlo in eterno alternando ‘manovrine a normicine’ alimenta disparità e conflittualità, aggrava i problemi ed esaspera una condizione sociale che si riversa per intero sugli amministratori locali, sovraesponendoli nei confronti dei cittadini e mettendo a rischio anche la loro incolumità personale”.
“L’approvazione di norme come quella relativa alla destinazione del 30 per cento delle risorse derivanti dai biglietti dei siti culturali all’assessorato e non ai comuni interessati – ha dichiarato Lillo Firetto, sindaco di Agrigento e componente del Consiglio regionale AnciSicilia – è l’emblema di come si voglia alimentare una inutile contrapposizione istituzionale e di come si rischi di generare norme inadeguate che, come già accaduto per la riforma dei liberi consorzi, si è costretti a rivedere più e più volte”.