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Forestali siciliani in sciopero: “Basta prese in giro, la riforma è insabbiata”
25 Mar 2025 09:19
Domani, 26 marzo, i forestali siciliani incroceranno le braccia per protestare contro la riforma del settore, da tempo bloccata negli uffici del Governo regionale. Lo sciopero generale, proclamato da Fai-Flai-Uila Sicilia, culminerà in una grande manifestazione a Palermo, con inizio alle 10:00 davanti a Palazzo d’Orleans, sede della Presidenza della Regione.
A prendere la parola saranno i segretari generali di Fai-Flai-Uila Sicilia, Adolfo Scotti, Tonino Russo e Nino Marino, promotori della mobilitazione, insieme ai segretari regionali di Cgil-Cisl-Uil Sicilia, Alfio Mannino, Leonardo La Piana e Luisella Lionti.
Le motivazioni della protesta
I sindacati denunciano il continuo rinvio della riforma, considerata fondamentale per la tutela ambientale dell’Isola e per la stabilizzazione dei lavoratori del comparto: “Tutelare la nostra Isola dentro e fuori i boschi, rendendo stabile ed efficiente un servizio di Protezione ambientale per il quale solo i forestali hanno conoscenze e competenze adeguate, è una priorità per i siciliani ma non per la Regione”, affermano Scotti, Russo e Marino. Nonostante anni di dialogo e la disponibilità a contribuire alla stesura della riforma, il testo sembra ormai bloccato. “Qualcuno ha visto la riforma forestale? Basta prese in giro! Il presidente Renato Schifani si è sempre sottratto alle nostre richieste di incontro, mentre assessori e funzionari chiedono ancora tempo perché si dicono in cerca di risorse”.
Una riforma necessaria
I sindacati sottolineano come la Regione abbia dimostrato di poter investire ingenti somme in altri ambiti, senza però destinare fondi per la riorganizzazione di un settore cruciale: “I siciliani hanno già visto come vengono spesi i soldi della Regione, senza lasciare nulla per la lotta contro dissesto idrogeologico, siccità, roghi boschivi e desertificazione del territorio”.
Con la manifestazione di domani, i forestali siciliani intendono far sentire la loro voce e chiedere risposte concrete. La Regione risponderà o continuerà a rimandare?
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