FRANCESCO TANASI, SEGRETARIO PROVINCIALE CODACONS: “PIU’ CONTROLLI AI DISTRIBUTORI DI CARBURANTE”

“Servirebbero controlli serrati e capillari su tutto il territorio nazionale a tutela sia dei consumatori che degli operatori onesti”. Interviene così Francesco Tanasi, segretario provinciale del Codacons, il giorno dopo la denuncia de “LE IENE” sulle ennesime irregolarità scoperte nei distributori di carburante a danno dei consumatori.

L’ultima “trovata” , come spiegava la Iena Pelazza, riguarda il mancato rispetto della temperatura di conservazione (15°) prevista dalla Legge. Cosa fanno i “furbi” del carburante? Lo conservano ad una temperatura più alta in modo da aumentarne il volume, ovvero i litri che i consumatori pagano, ma non la reale quantità perché il peso del liquido rimane lo stesso (è solo, diciamo, carburante “gonfiato”, più voluminoso).

Ma molti sono gli espedienti ai distributori di benzina escogitati negli anni in tutt’Italia: si va da chi ‘allunga’ la benzina a chi altera i misuratori erogando così carburante in percentuale ridotta a quello realmente pagato, dal modificare il prezzo presente regolarmente nei cartelli stradali al non azzerare il contatore di benzina fino alla contraffazione dei “piombi”.

“E’ un fenomeno diffusissimo in tutta Italia – prosegue Tanasi- Sono tanti, infatti, coloro che congegnando trucchi nell’erogazione del carburante frodano  ignari consumatori. Decisivo, in questi casi,  l’intervento della Guardia di Finanza  che negli ultimi anni è riuscita, nel corso d’ispezioni, a scoprire chi lucra disonestamente sulla vendita del carburante .

Incentivare le verifiche, infatti, suggerisce il Codacons, rappresenta una forte prevenzioni per tutti i rischi ed i danni cui potrebbero incorrere i consumatori poiché le truffe scoperte sino ad oggi costituiscono solo una piccolissima parte di quelle che giornalmente vengono compiute a danno dei cittadini.

Il CODACONS ricorda infine ai cittadini/automobilisti che intendono segnalare irregolarità che protanno farlo oltre naturalmente alle forze di polizia anche presso le sedi dell’associazione o via mail a   sportello@codaconsicilia.it.